Nel corso del secondo giorno delle attività legate al Underwater Cultural Heritage, si è svolto ieri un evento di eccezionale rilievo presso il porto di Abu Qir, dove tre statue sono state riportate alla luce dalle profondità del Mar Mediterraneo. L’operazione ha segnato un momento storico per l’archeologia subacquea egiziana, trattandosi del primo recupero di tale portata effettuato negli ultimi 25 anni, dalla firma della Convenzione UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo.
All’evento hanno preso parte il Ministro del Turismo e delle Antichità, Sherif Fathy, il Governatore di Alessandria, il Comandante delle Forze Navali e il Comandante della Regione Militare Settentrionale, insieme a numerose autorità governative, rappresentanti delle istituzioni e diplomatici stranieri accreditati in Egitto. L’operazione è stata seguita da una vasta copertura mediatica, sia nazionale che internazionale.

I Reperti Recuperati
I tre manufatti recuperati sono di grande valore storico e culturale:
- Una statua in quarzo a forma di sfinge, recante il cartiglio del faraone Ramesse II (1303-1212 a.C. – XIX dinastia), simbolo della potenza e della regalità dell’antico Egitto.
- Una statua in granito risalente al tardo periodo tolemaico, raffigurante una figura sconosciuta acefala e troncata all’altezza delle ginocchia.
- Una statua in marmo bianco raffigurante un nobile romano, testimonianza della presenza e dell’influenza romana nella regione.
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Ph. Xinhua News Ph. Ansa
Un traguardo storico per il patrimonio egiziano
Nel suo discorso, il Ministro Sherif Fathy ha espresso profonda gratitudine a tutte le istituzioni coinvolte, in particolare alle Forze Armate, alla Marina Militare e all’Autorità di Ingegneria delle Forze Armate, per la collaborazione determinante nelle complesse operazioni di scavo subacqueo e recupero.
Il Ministro ha sottolineato l’importanza del sostegno ricevuto dalla leadership politica egiziana, evidenziando come l’interesse costante dello Stato per il patrimonio culturale sia un elemento fondamentale nella preservazione dell’identità storica del Paese e nella promozione del suo ruolo culturale a livello globale.


Abu Qir: Testimonianza dell’“Egitto Sommerso”
Il sito archeologico di Abu Qir rappresenta una delle aree subacquee più significative del Mediterraneo, considerata una vera e propria città sommersa. Le ultime indagini hanno confermato l’esistenza di una città romana completamente attrezzata, con edifici, templi, cisterne, vasche per pesci, un porto antico e strutture portuali. Si ritiene che questa città sia un’estensione occidentale dell’antica e celebre Canopo, parzialmente rinvenuta in precedenza nella zona orientale.
I rilievi hanno rivelato una continuità insediativa e culturale che attraversa più epoche storiche, tra cui quella faraonica, tolemaica, romana, bizantina e islamica.

Ulteriori Scoperte e Prospettive Future
Il team di ispettori del Consiglio Supremo delle Antichità ha operato con successo in condizioni complesse, identificando strutture sommerse mobili e fisse, probabilmente sprofondate a causa di terremoti o cambiamenti geologici avvenuti nei secoli.
Tra i numerosi reperti rinvenuti durante gli scavi si segnalano:
- Anfore con sigilli commerciali e date di costruzione.
- I resti di una nave mercantile contenente noci, mandorle e altra frutta secca.
- Una bilancia in rame utilizzata per misurazioni.
- Statue reali, sfingi, statuette ushabti, ancore in pietra e monete appartenenti a diversi periodi storici.
- Vasellame in ceramica, piatti, vasche per pesci e un molo lungo 125 metri.
Tra le future scoperte attese, è previsto anche l’annuncio del ritrovamento di un’antica nave, la cui esistenza è stata confermata ma che verrà ufficialmente presentata al termine degli studi e degli scavi in corso.

Un Impegno Continuo per la Salvaguardia del Patrimonio
L’Egitto conferma il proprio impegno nei confronti della Convenzione UNESCO per la Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo, garantendo che i reperti vengano trattati secondo rigorosi criteri scientifici, alcuni dei quali saranno lasciati sul fondale per preservarne il contesto originario, mentre altri saranno recuperati per fini di studio e conservazione.
Il recupero avvenuto ad Abu Qir non è soltanto una scoperta archeologica, ma un atto di riscoperta identitaria, che rafforza il legame tra presente e passato, consegnando alle generazioni future un patrimonio inestimabile di memoria, storia e cultura.

Source: MoTA

