In una tomba della dinastia Wei occidentale, 534-557 d.C., nell’area di Xixian, nel nord ovest della Cina, nello Shaanxi, sono state trovate due antiche monete romane. Il proprietario della tomba, Lu Chou, morì nel 548 e il corredo funebre che accompagnava il defunto includeva oltre a delle figurine colorate in ceramica e alcune figure di cammello anche due preziose monete d’oro dell’impero Romano d’Oriente e una moneta d’argento della Persia. Le monete d’oro rappresentano una testimonianza preziosa- secondo l’archeologo Xu Weihong dell’Istituto Provinciale Shaanxi di Archeologia- della lunga storia commerciale dell’antica via della seta.
Un ritrovamento eccezionale che non dovrebbe sorprenderci se consideriamo che già in antico Occidente e Oriente erano collegati dalla strada di cui parlò anche Marco Polo ne “Il Milione”, la Via della Seta appunto. Questo lungo percorso è l’insieme di itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo circa 8000 km lungo i quali dall’antichità si snodavano i preziosi scambi culturali tra il mondo orientale e il mondo occidentale e in particolare, il commercio della seta di cui la Cina mantenne per secoli il monopolio. La destinazione finale di questo bene che viaggiava su questa via assieme ad altre merci preziose e che cominciò ad uscire dalla Cina dopo il 200 a.C., era Roma. I Romani non sapevano da dove venisse né come si producesse questo tessuto ma ne divennero i principali consumatori tanto che il Senato dovette emanare diversi divieti per proibire di indossarla perché considerata immorale e dal costo eccessivamente alto. Caduto l’Impero Romano d’Occidente, Costantinopoli divenne capitale dell’Impero Romano d’Oriente e iniziò a dominare i traffici commerciali nel Mediterraneo.
I Bizantini che tuttavia non erano interessati a commerciare con i territori impoveriti dalle invasioni barbariche, strinsero legami economici con il maggiore produttore di seta: la Cina. Nemici dell’impero erano però i Sasanidi che rappresentavano anche un ostacolo ai traffici verso l’estremo Oriente perché per arrivare in Cina era necessario attraversare i loro territori. Giustiniano allora, per evitare il problema, aprì un passaggio verso la Cina in Crimea tramite il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. Nel 552 d.C. due monaci provenienti dalla Cina si recarono a Costantinopoli e svelarono all’imperatore i segreti per produrre la seta, risolvendo così i problemi di sconfinamento territoriale e nell’Impero Romano d’Oriente si cominciò così a produrre seta e a commerciarla.