Nel contesto del progetto , promosso dal Ministero della Cultura e del Turismo turco per tutelare i più antichi siti archeologici della Turchia sud-orientale, è emersa una scoperta eccezionale a Karahan Tepe: un pilastro a forma di «T» con un volto umano scolpito nella parte superiore.
Fino a oggi, in siti come Göbekli Tepe, Karahan Tepe, Sayburç e Çakmaktepe, erano stati rinvenuti pilastri decorati con braccia, mani o animali, interpretati come simboli umani o spirituali. Questa nuova scultura, però, rappresenta un salto qualitativo: il volto ha lineamenti marcati, con orbite profonde e un naso largo e dritto, testimonianza della straordinaria abilità tecnica e artistica e l’elevato livello tecnico raggiunto dalle comunità neolitiche.
Secondo il ministro Mehmet Nuri Ersoy, si tratta di un “pezzo unico nel patrimonio preistorico mondiale”. Gli studiosi ipotizzano che questi pilastri non fossero solo simbolici, ma ritratti schematici di figure umane, forse legate a riti o memorie collettive.
La scoperta rafforza l’idea di un’“esplosione artistica” nel Neolitico antico, un periodo in cui l’arte passava da motivi astratti e naturalistici a forme più individualizzate. La comparsa del volto umano segna una svolta nella storia del pensiero simbolico.
Il progetto Taş Tepeler si distingue anche per l’uso di tecnologie avanzate di conservazione e documentazione, fondamentali per proteggere il fragile calcare anatolico. A Karahan Tepe, oltre a statue e rilievi, sono presenti strutture sotterranee ancora da decifrare, che suggeriscono un complesso sistema simbolico legato alla spiritualità e alla nascita delle prime comunità agricole.

Immagine di copertina: Primo piano sul volto umano nel pilastro a «T« con volto umano scoperto a Karahan Tepe. (Ph. Ministero della Cultura e del Turismo della Turchia)
Source: Ministero della Cultura e del Turismo della Turchia