Erano oltre cento anni che si aspettava questo momento, da quando nel 1922 Howard Carter scoprì la tomba del celebre faraone bambino, Tutankhamon. Per completare l’elenco delle sepolture dei faraoni che regnarono durante la XVIII dinastia (1543-1292 a.C.)[1], la dinastia egizia che segnò l’inizio del Nuovo Regno, mancava solo lui all’appello, Thutmose II. E adesso sembra proprio che ci siamo, anche l’ultima tomba reale è stata individuata!
L’impresa è opera della missione archeologica congiunta egiziano-britannica formata dal Consiglio Supremo delle Antichità e dalla New Kingdom Research Foundation (University of Cambridge) che proprio ieri ha annunciato la scoperta della tomba del Re dell’Alto e Basso Egitto Aakheperenra.

La scoperta è avvenuta a circa 2,4 km dalla Valle dei Re, nella Valle C, uno wadi della catena montuosa nella west bank di Luxor, precisamente un’estensione di Wadi Gabbanet El Qurud e centro di tre importanti valli occidentali.


L’ingresso e il corridoio principale della tomba denominata C4 erano già stati individuati nel 2022 e subito erano iniziati i lavori di scavo e studio.
Inizialmente, visto lo stile e la sua vicinanza alle tombe delle mogli di Thutmose III e della regina Hatshepsut, si credeva che l’ipogeo appartenesse a uno o più membri della famiglia reale dei Thutmosidi (probabilmente una o più regine minori, principi o principesse). Inoltre, gli studi effettuati a quel tempo su delle iscrizioni parziali e su dei frammenti in ceramica suggerirono che la tomba fosse stata costruita durante il regno congiunto di Thutmose III e Hatshepsut e che negli anni avesse subito diverse modifiche. Le informazioni sulle sepolture dei membri della famiglia reale della XVIII dinastia (re esclusi) erano e sono tuttora scarse per avere un quadro ben definito; sappiamo però che le valli occidentali erano state utilizzate per le loro sepolture. Infatti, come abbiamo già accennato, è bene ricordare che:
- nello Wadi Gabbanet El Qurud nel 1916 è stata localizzata la tomba non monumentale ma molto ricca di tre mogli minori di Thutmose III;
- nello Wadi Sikkat Taqet Al Zaid (conosciuto come Valle A) è stata trovata una tomba rupestre attribuita alla regina Hatshepsut: sepoltura preparata per il suo ruolo di consorte reale prima che salisse al trono come faraone (infatti poi fu sepolta nella Valle dei Re);
- e nella Valle C è stata trovata una tomba contenente un graffito mal conservato che riporta il nome della figlia di Hatshepsut, la principessa Neferura, una sepoltura che si trova nelle immediate vicinanze di quella trovata ultimamente dal team egiziano-inglese di cui è argomento questo articolo.
Tuttavia, nonostante il fatto che la valle sia stata identificata come luogo di sepoltura minore, le indagini condotte in questi anni hanno confermato che C4 è il luogo di sepoltura di Thutmose II. Oltre all’ampia scalinata e alle dimensione del portale d’accesso che suggerivano qualcosa di più importante (si pensava già a un re), i frammenti di uno dei vasi in alabastro scoperti nella tomba hanno fornito la prova definitiva. L’oggetto presenta iscrizioni con i nomi di Thutmose II e della sua grande sposa reale nonché sorellastra, la regina Hatshepsut, menzionando Aakheperenra come “re defunto” (“maa-kheru“, giustificato o giusto di voce), permettendo così di intitolare la sepoltura a Thutmose II. Inoltre, grazie all’iscrizione in esso riportata, gli esperti ritengono che Hatshepsut supervisionò personalmente la sepoltura.

Mohamed Ismail Khaled, segretario generale dello SCA e direttore della missione egiziana, ha descritto la scoperta come una delle più significative degli ultimi decenni, in quanto la tomba sta restituendo arredi funerari appartenuti a Thutmose II mai scoperti finora: infatti nessun museo al mondo conserva oggetti del corredo funerario di questo sovrano che regnò per circa 13 anni dal 1493 al 1479 a.C.

Purtroppo, però, la sua importanza non ha preservato la sua sepoltura, infatti, come è successo anche al grande Ramesse II e ai suoi quasi cento figli, l’ipogeo è stato trovato in pessime condizioni a seguito dei continui allagamenti dovuti alle violente piogge torrenziali che si abbattono periodicamente sulle montagne tebane, allagamenti documentati già nell’antichità. Risalgono infatti a poco prima del VI anno di regno di Thutmose III testimonianze di un catastrofico allagamento che causò un grave deterioramento della struttura (ostruendola con sabbia e detriti e provocando il cedimento di gran parte delle pareti e degli intonachi) e la conseguente perdita dei contenuti originali. Mohamed Abdel Badei, responsabile del Settore delle Antichità dell’Antico Egitto e capo della missione egiziana, ritiene che in quell’occasione parte del corredo funerario sia stato trasferito in un altro sito, proprio in risposta ai danni causati dall’inondazione. A supportare questa teoria, la scoperta sempre ad opera della missione di un deposito di fondazione ancora intatto che suggerisce che la seconda tomba sia nascosta nella valle; una scoperta che ha gettato dubbi anche sull’identità della mummia CG61066 trovata nella Cachette Reale nel 1881 e identificata con Thutmose II.

Gli archeologi hanno iniziato il restauro di ciò che la tomba sta restituendo rimuovendo i detriti, ovvero frammenti di intonaco caduto che presentano decorazioni con iscrizioni in blu, motivi a stelle gialle tipiche dei soffitti stellati su fondo di lapislazzuli ed elementi del Libro dell’Amduat, un testo religioso fondamentale per il viaggio del defunto nel mondo ultraterreno sempre presente nelle sepolture reali. Piers Litherland, responsabile della parte britannica della missione e direttore sul campo, afferma che trovare il frammento decorato con scene tratte da questo testo “è stato immensamente emozionante ed è stata la prima indicazione concreta che si trattasse della tomba di un re.” Ha aggiunto inoltre che la tomba di Thutmose II non era mai stata trovata perché cercata nell’altro versante della montagna, vicino alla Valle dei Re.


Litherland ha presentato la tomba incentrando la sua attenzione sulla descrizione degli ambienti. La tomba ha una pianta semplice compatibile con una prima forma di design con “spostamento verso sinistra” sviluppato poi dai successivi re della XVIII dinastia. Un’anomalia però ha incuriosito gli studiosi e rende particolare questa tomba: il secondo corridoio rappresenta una vera eccezione, tant’è vero che in un primo momento si era pensato si trattasse di un tunnel scavato dai ladri. Il corridoio era stato ampliato due volte e intonacato con gesso bianco; inoltre, la sua inclinazione sale verso l’alto, anziché scendere verso il basso, e sfocia nella camera funeraria a una altezza di 1,4 metri sopra il pavimento. Si stima quindi che l’acqua alluvionale potesse aver raggiunto questo livello quando la tomba fu allagata dopo la morte del sovrano e che questo corridoio potrebbe essere stato creato appositamente per consentire il trasferimento della mummia reale e del suo corredo in una nuova sepoltura.

Il team proseguirà gli scavi per ripulire completamente la tomba dai detriti e scoprire altre testimonianze capaci di svelare informazioni nascoste nel sito.
Prima di concludere, però, è doveroso ricordare che per 12 anni, dal 2010, Piers Litherland ha ampliato il corpus delle sepolture di personaggi reali della XVIII dinastia lavorando nel progetto The Western Wadis of the Theban Necropolis. Indagando su un gruppo di tombe a pozzo nel sito di Wadi Bairiya ha rivelato le identità di oltre trenta personaggi reali vissuti durante il regno di Amenhotep III, le cui sepolture furono deliberatamente distrutte nell’antichità. Ora, il nuovo obiettivo del dott. Litherland è quello di scoprire ulteriori segreti celati in queste valli e individuare il luogo in cui fu trasferito il resto del corredo funerario di Thutmose II visto che la sua mummia (sempre che sia la sua) fu rinvenuta insieme a molte altre nel 1881 dall’egittologo Émile Brugsch nel nascondiglio di Deir el-Bahari, nella tomba DB320.
Noi attendiamo fiduciosi!
Source and photos: MoTA, New Kingdom Research Foundation, Luxor Times, The Indipendent
[1] L’elenco ufficiale dei sovrani della XVIII dinastia sarebbe da aggiornare, non menziona ancora Smenkhara e Nefeneferuaten
Bene, era già nell’aria la scoperta dopo l’articolo di Litherland sul bollettino della EES nel 2023.
Io però non penso che Tutmosi II sia stato successivamente trasferito nella Valle di Re, almeno non in un primo momento. La scoperta di una cassetta lignea color verde appartenente al corredo funebre dello stesso Tutmosi II sui versanti alle spalle del tempio di Montuhotep II a Deir el Bahari, fanno propendere a pensare che fosse stato ritumulato in una tomba su queste falesie, magari vicino a quella di Amenhotep I, che doveva trovarsi anch’essa da quelle parti. Nel frattempo Hatshepsut aveva probabilmente iniziato lo scavo della KV20 per se stessa e suo padre Tutmosi I nella valle dei re. Magari, molto più tardi, anche Tutmosi II è stato ulteriormente spostato nella valle, ma ho qualche dubbio. Più che Hatshepsut semmai, potrebbe averlo fatto Tutmosi III, chissà. La ricerca continua, grazie.
Luca
N.B.: (1 elenco ufficiale) per me, Nefertiti (regina, sposa reale) aka Neferneferuaten (coreggente) aka Smenkhare (regna da sola prima di Tutankhamon) sono una sola persona, ma questa è un’altra storia.
E intanto sembra ce ne sia un’altra nelle vicinanze e pure intatta secondo Litherland, ma cautela. La cosa si fa intrigante e un po’ strana. Sia Tutmosi II che il padre Tutmosi I sembra abbiano peregrinato assai tra vari sepolcri e le loro mummie trovate nella DB320 sono pure messe in discussione. Se ciò che ha scritto l’architetto Ineni nella sua tomba fa riferimento a Tutmosi I, questa potrebbe essere in realtà la vera tomba del padre di Hatshepshut, ma allora la mummia della cachette non sarebbe la sua e non fu mai trasferito dalla figlia nella KV20 malgrado vi sia il sarcofago a suo nome e men che meno nella KV38. Se invece si rivelerà la nuova sepoltura di Tutmosi II, avremo una mummia della DB320 in più sconosciuta. Non si capisce però cosa ci faceva un altro deposito di fondazione di Tutmosi II sulle falesie di Deir el Bahari. Non ci resta che rimanere in trepidante attesa sperando di non rimanere delusi, ma l’antico Egitto non lo fa mai, neanche quando le tombe si rivelano vuote e depredate.
Ankh Udja Seneb
Luca