Dal XIII al I secolo a.C. si è celebrata nell’antico Egitto una grande cerimonia processionale che aveva lo scopo di congiungere la dea Hathor del tempio di Dendera con il suo divino sposo Horus nel tempio di Edfu.
Questa cerimonia è rappresentata in bassorilievi e descritta in testi che si trovano alla base delle due torri del pilone del tempio di Edfu. Data la loro posizione è difficile che vengano visti da visitatori frettolosi.
Noi conosciamo ogni dettaglio di questa cerimonia grazie ai volumi sul tempio di Edfu pubblicati da Chassinat a partire dal 1934. Il tema di questo articolo è documentato nel vol. V di Chassinat. In due volumi, Le cult d’Horus à Edfou au temps des Ptolomées, Maurice Alliot ha tradotto e commentato i principali episodi del culto di Horus, tra questi La fete de la (bonne) Réunion1 che sarà il mio riferimento per tutto l’articolo.
L’inizio del testo è una sorta di prologo degli eventi essenziali che caratterizzano la festa dell’incontro tra Horus e Hathor.

Fig. 1 – Dopo i lunghi riti preparativi alla partenza, il naos con l’immagine della dea Hathor veniva installato sulla barca cerimoniale della dea – Foto dell’autore

Nel tempio di Dendera i preparativi per la partenza duravano circa due settimane in riti propiziatori e offerte alimentari.
Alla partenza da Dendera la sacra immagine di Hathor nel suo naos veniva installata sulla sua nave processionale che veniva rimorchiata da un’altra nave con rematori e vele per risalire la corrente del fiume.

Fig. 2 – Le barche delle divinità avevano a bordo come personale solo i timonieri. Le barche divine venivano trainate da altre barche dotate di rematori e vele. L’immagine presenta una di queste navi-traino – Foto dell’autore

L’imbarcazione di Hathor, come quelle delle altre divinità, avevano solo due timonieri a poppa. La nave di Hathor era seguita dalla nave di un “intendente del re” che aveva il compito di sovrintendere al pellegrinaggio.
L’incontro tra Hathor e Horus doveva avvenire alla vigilia della luna nuova del mese di epiphi e la permanenza di Hathor a Edfu terminava con la luna piena. Dopo 15 giorni di festa in compagnia di Horus, Hathor riprendeva la navigazione sul Nilo per ritornare al suo santuario.
Il viaggio di Hathor a Edfu durava 4 giorni ed era suddiviso in 4 tappe. La sera la nave di Hathor faceva scalo in città importanti sotto l’aspetto religioso:

  • Tebe, con il tempio di Karnak e una doverosa visita alla dea Mut, signora dell’Isheru
  • una borgata di nome Komir dove si trovava un tempio dedicato alla dea della cataratta Anukis
  • Nekhen/Hierakonpoili, dove Horus di Nekhen si univa al corteo con la sua imbarcazione per accompagnare Hathor a Edfu. Sulla nave dell’Horus di Nekhen era imbarcato anche un coro (le cantatrici di Nekhen)
  • infine, a Djeba, un porto corrispondente alla città attuale di Edfu. È a Djeba che Horus di Edfu insieme a Khonsu veniva con la sua imbarcazione ad accogliere Hathor, la sua divina sposa.
Fig. 3 – Durante la navigazione la barca di Hathor faceva sosta in città importanti sotto l’aspetto religioso. Alla partenza si univano alla barca di Hathor altre barche di quella città con il loro sindaco e popolo. Si formava così una flottiglia di barche sacre con barche-traino in navigazione verso Edfu. L’immagine è tratta dalla tavola CXXVI del volume V sul tempio di Edfu pubblicato da Chassinat.
Fig. 4 – L’incontro del dio Horus di Edfu con la sua sposa Hathor avveniva a Djeba alla vigilia della luna nuova del mese di epiphi (tra giugno e luglio). L’immagine è tratta dalla tavola CXXI del V volume pubblicato da Chassinat sul tempio di Edfu

Il tempio di Edfu è sempre indicato come Bhd.t e ben distinto da Djeba.
A ogni scalo si aggiungevano alla nave di Hathor numerose imbarcazioni di pellegrini. All’arrivo a Edfu la flottiglia era composta da almeno 4 imbarcazioni, oltre a quelle che rimorchiavano le barche sacre: la nave di Horus di Edfu e quelle di Hathor, di Horus di Nekhen, con l’immagine di un falco, e quella del “capo dell’amministrazione del re”. A Edfu si aggiungevano alla flottiglia anche le imbarcazioni di Elefantina e quella dell’Horus di Silè con la testa di leone.

Fig. 5 – Alcuni soldati armati facevano parte della processione di barche verso Edfu – Foto dell’autore (vedi anche la fig. 3)
Fig. 6 – La barca del dio Horus di Edfu. Sul ponte della barca è presente l’immaginee del dio nel suo naos – Foto dell’autore

Alla vigilia della luna nuova del mese di epiphi l’imbarcazione di Hathor si incontrava con quella di Horus d’Edfu a Djeba. Le cerimonie iniziavano a terra e duravano fino all’inizio del pomeriggio. Oltre ai sacrifici la cerimonia comprendeva riti che sono in parte riti di incoronazione e in parte riti della festa sed: canto di lode, offerte di vino, offerta dei campi coltivati e lancio dei 4 uccelli ai 4 punti cardinali per comunicare all’intero cosmo l’avvenuto incontro tra le due divinità che erano il re e la regina del mondo.
Poi le due immagini divine uscivano in processione fino a Djeba e da qui rimontavano il Nilo fino a un tumulo in cui era virtualmente sepolto il dio Geb e qui si compiva il rito dell’”apertura della bocca”.

Fig. 7 – Visita a terra di Horus e Hathor a un santuario nell’area di Djeba. Le barche delle due divinità sono portate a spalla dai preti precedute dai rispettivi simboli divini. Immagine tratta dalla tavola CXXI del V volume su Edfu pubblicato da Chassinat.

Infine, la processione ritornava al santuario di Edfu dove si svolgeva una grande festa con canti, danze al ritmo di tamburelli. Prima che terminasse la giornata della luna nuova le immagini sacre dovevano essere portate all’interno del tempio prima che calasse la notte.

Fig. 8 – Il sovrano (in realtà l’intendente del re) guida la processione delle barche divine giunte a Edfu all’interno del tempio. Le barche sono portate a spalla dai preti. – Foto dell’autore

A questo punto del racconto rinuncio a descrivere minutamente gli avvenimenti delle giornate successive che vanno ben oltre gli scopi di un articolo. Molti riti sono improntati al mito di Osiri, ma essendo Edfu la casa di un dio solare, Horus, troveremo anche riti che annunciano la vittoria sul dio Seth e i suoi accoliti: il rito di bruciare un ippopotamo di cera e il rito di calpestare i pesci.

Fig. 9 – Nel mammisi del tempio di Edfu veniva celebrata la nascita del dio infante Harsomtus, figlio del dio Horus di Edfu e di Hathor. È ovvio pensare che il concepimento del dio sia avvenuto durante la permanenza di Hathor a Edfu. Nel mammisi una figura scolpita mostra Hathor che allatta al seno il figlio Harsomtus. – Foto dell’autore (mi scuso per i colori della vecchia diapositiva)

La festa de “La Bella Riunione” è ben documentata con il viaggio fluviale di Hathor verso Edfu con il suo seguito di pellegrini. Il ritorno di Hathor nel suo santuario a Dendera non è documentato, ma possiamo immaginarlo interpretando alla rovescia le tappe e gli avvenimenti dell’andata.
La gran parte delle feste e dei riti egizi si svolgeva nel rinchiuso dei templi con la sola presenza di pochi preti qualificati e talvolta del solo prete che rappresentava il re. In questa festa invece tutte le attività si svolgevano all’aperto e i tabernacoli con le immagini divine erano visibili ai cittadini delle borgate che avevano seguito in pellegrinaggio le imbarcazioni delle loro divinità tutelari. La gioiosa partecipazione popolare si manifestava con musica, canti e balli. La Festa della Belle Riunione era una festa di popolo.

Il seguito dell’incontro di Horus di Edfu con Hathor di Dendera si trova nel mammisi di Edfu: la nascita di Harsomtus, la forma greca del nome Horus che unisce le due terre = Hor sema tawy.

Gilberto Modonesi


1) M. Alliot, La fete de la (bonne) Réunion, IFAO, Le Caire 1954, pagg. 442-460.

Advertisement
Articolo precedenteCibo dell’antico Egitto: tra vita, morte e culto
Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here