Omaggio alla Testa di Cavallo in Bronzo di Donatello custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli con una Sfilata Storica che partirà dallo stesso Museo Archeologico alle ore 16.00 e percorrerà tutta Via Toledo fino a Largo di Palazzo e ritorno. Alla sfilata parteciperanno Cavalieri in Armatura Aragonese, Tamburini, Sbandieratori, Fanti, Nobili e gruppi di Danza della Compagnia dell’Aquila Bianca.
Organizzato dal Direttore del MANN, dott. Paolo Giulierini, e dalla Compagnia dell’Aquila Bianca
l’evento sarà un momento di festa per tutta la cittadinanza, che potrà seguire la sfilata storica per le strade della città, e polo di attrazione per tutti i turisti presenti nel Capoluogo campano.
Alla fine del Corteo la giornata commemorativa si concluderà con la Cerimonia di svelamento della Testa Carafa.
A proposito di questo importante evento il Direttore del MANN, Paolo Giulierini, si è così espresso:
“Il rientro della testa Carafa nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli assume un significato di grande rilievo: il grande bronzo di Donatello esemplifica infatti una rielaborazione colta dell’Antico, che esplode in pieno Rinascimento e coinvolge centri di assoluto valore culturale come Firenze e Napoli”.
Ha proseguito poi:
“Il Rinascimento era un mondo ancora fatto di manoscritti da poco riscoperti, di studi filologici, di qualche, raro, rinvenimento archeologico e di contemplazione di monumenti che emergevano ancora, quasi magicamente, nelle città che tornavano a nuova vita.
Alle corti di Firenze, Milano, Roma, Mantova, Ferrara rispondono le Accademie, veri cenacoli di studiosi, come quella di Napoli: una Napoli aperta e osmotica, che sarà capace di importare anche la cultura fiamminga”.
Ancora:
“Tra i tanti artisti che lavorano presso le corti nobiliari Donatello è sicuramente uno dei più rinomati.
L’arrivo di una sua opera a Napoli collega immediatamente la città partenopea ai suoi capolavori di Firenze (si pensi alla statua del David o alla Maddalena) o a quelli di Padova (il monumento equestre del Gattamelata)”.
E infine:
“Il Mann, che accolse il bronzo nell’Ottocento, diventando l’ultima dimora di questa straordinaria opera, guadagna tre secoli di riflessione sul mondo classico.
Non celebra cioè solo l’apporto dei Borbone alla rinascita dell’archeologia occidentale, con gli scavi dell’area vesuviana, ma irradia i valori dell’Umanesimo e del Rinascimento che rappresentano forse la più grande rivoluzione culturale della storia”.