Il progetto di ricerca ScanPyramids, condotto da studiosi dell’Università del Cairo e della Technische Universität München (TUM), ha individuato due vuoti sul lato orientale della piramide di Menkaura, la più piccola delle tre piramidi di Giza, costruita circa 4.500 anni fa e conosciuta ai più con il nome di Micerino.
Il lato orientale della piramide presenta un’area formata da blocchi di pietra lisci e ben levigati che ha a lungo lasciato perplessi i ricercatori. “Le pietre sono straordinariamente levigate su un’area di circa quattro metri di altezza e sei metri di larghezza“, hanno affermato in una nota gli autori della scoperta. “Pietre così lisce si trovano solo in quello che è attualmente l’unico ingresso della piramide, sul lato nord.”
Partendo dall’osservazione di questi blocchi simili a quelli dell’ingresso noto sul lato nord, i ricercatori hanno utilizzato georadar, ultrasuoni e tomografia di resistività elettrica. L’analisi combinata dei dati ha rivelato due anomalie interne: la prima si trova a circa 1,4 metri dietro la facciata esterna e misura circa 1 metro di altezza per 1,5 metri di larghezza; la seconda è a poco più di un metro dalla superficie (1,13 m), con dimensioni simili (circa 1 metro di altezza per poco più di 0,6 metri di larghezza).
Secondo Christian Grosse (TUM), la metodologia utilizzata permette di ottenere informazioni molto precise senza danneggiare la struttura e i risultati – pubblicati nel numero di ottobre della rivista NDT & E International – rafforzano l’ipotesi che quei blocchi potrebbero nascondere un secondo ingresso sul lato est della piramide.
Solitamente, gli ingressi delle piramidi dell’Antico Regno (2649-2150 a.C. ca.) si trovano sulla facciata settentrionale, sono poche le eccezioni. Se la teoria esposta si rivelasse giusta, sarà una scoperta molto interessante che, come afferma Peter Der Manuelian – professore di egittologia all’Università di Harvard, non coinvolto nella ricerca – “dimostrerebbe che abbiamo ancora molto da imparare sulle Piramidi di Giza. […] Ulteriori esplorazioni ci aiuteranno a comprendere meglio il significato di questi vuoti, che si tratti di un’anomalia costruttiva, di una parte di un secondo ingresso o di qualcos’altro“.

Sources: Archaeology Magazine, Live Science

















