Eccezionale scoperta al Castello del Buonconsiglio di Trento! L’archeologa del museo Annamaria Azzolini e l’egittologa Barbara Gilli, durante i lavori di sistemazione dei reperti egizi, si sono imbattute in quattro frammenti di un papiro identificato poi come il Papiro di Senemnetjer. L’eccezionalità della scoperta sta proprio nel fatto che di questo papiro esistevano ad oggi solo due frammenti, uno conservato al Museo archeologico di Firenze (n° 3660A), e l’altro pervenutoci come copia in un disegno del celebre egittologo Karl Richard Lepsius, dato che il frammento originale è andato disperso.

Il papiro era stato rinvenuto nella necropoli di Saqqara ed è databile fra i regni di Hatshepsut e Thutmosi III (1479-1425 a.C. circa). Il testo geroglifico e le meravigliose figure hanno consentito agli egittologi di classificare questo reperto come testo funerario, più precisamente come uno dei primi esemplari su papiro del famoso “Libro dei Morti“, un compendio di preghiere e formule magiche che avrebbero dovuto guidare il defunto nel suo viaggio ultraterreno.

L’usanza di lasciare nelle tombe queste “guide per l’Aldilà” sotto forma di rotoli di papiro è attestata dalla XVIII dinastia. La particolarità stilistica del papiro di Senemnetjer (e di pochi altri al mondo) è il testo strutturato in due registri, caratteristica attestata solo nei manoscritti rinvenuti a Saqqara: la maggior parte dei papiri funerari contemporanei a quello di Senemnetjer proviene dalla zona di Tebe, luogo di origine di questa composizione, e il testo è strutturato in colonne. Un altro famoso papiro che ha il testo strutturato in due registri è il Papiro di Nebseni, conservato al British Museum (n° EA9900) e risalente anch’esso alla XVIII dinastia ma al regno di Thutmosi IV a giudicare dallo stile con cui è realizzato.

Fig. 3 – Il papiro di Nebseni conservato al British Museum (© The Trustees of the British Museum)

Ma chi era Senemnetjer, il proprietario del papiro in questione? Si trattava certamente di un personaggio di rango elevato vissuto nella zona di Menfi, come si può dedurre dai due titoli con cui è appellato, “Ammiraglio di flotta” (jmj-rA aHaw) e “Capo dei rematori del tempio di Ptah” (Hrj Xnyt n pr ptH). Nella figura 4 possiamo osservare un particolare del papiro di Senemnetjer in cui il defunto è raffigurato in adorazione della barca sacra che trasporta otto divinità: Shu, Tefnut, Geb, Nut, Osiri, Iside, Horus e Hathor. L’iscrizione sopra la testa del defunto dice: “L’ammiraglio della flotta, Senemnetjer, giusto di voce“: (jmj-rA aHaw sn-m-nTr mAa-xrw).

Fig. 4 – Particolare del papiro di Senemnetjer (© Soprintendenza Archeologica Toscana)

Nella figura 5 possiamo osservare la stessa scena nel papiro di Nebseni: il defunto, seguito dall’amata figlia Tjnetmennefer, è in adorazione della barca sacra delle otto divinità.

Fig. 5 – Particolare del papiro di Nebseni (© The Trustees of the British Museum)

Il nome Senemnetjer è piuttosto raro ed è stato rinvenuto anche su coni funerari di provenienza e datazione incerte. Gli studiosi hanno ipotizzato che potesse trattarsi dello stesso Senemnetjer del papiro: tuttavia, il proprietario dei due coni porta il titolo di “Coppiere del re“.

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Paolo Belloni

Nato a Codogno (LO) nel 1971, fin dall’infanzia appassionato di Antico Egitto con un particolare interesse per la scrittura geroglifica.
Socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net, è coautore del libro “Tutankhamon, immagini e testi dall’ultima dimora” e ha collaborato alla pubblicazione di “La stele di Rosetta e il decreto di Menfi” per i tipi di Ananke. Per l’associazione Egittologia.net ha realizzato il DVD documentario “Waset, l’antica Tebe”. Nell’ultimo decennio ha compiuto diversi viaggi in terra egizia e collabora all’organizzazione di viaggi culturali in Egitto per piccoli gruppi di persone interessate. Libero professionista dalla fine del 2010, svolge attività di sviluppatore software per la propria società.

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