Fig. 1 – Bronzetto di un pesce ossirinco. L’ossirinco appartiene alla famiglia dei mormoridi. E un pesce del Nilo che presenta l’apparato boccale ben pronunciato in avanti. Il bronzetto della fotografia appartiene alla collezione privata di un’amica – Foto dell’autore

Nel secolo scorso nel sito di Ossirinco sono stati ritrovati migliaia di documenti di vario genere : letterari, amministrativi, religiosi, per la maggior parte di epoca greco-romana1.
Gli scavi di Ossirinco2 hanno arricchito i musei di tutto il mondo con immagini in bronzo del pesce ossirinco spesso dotato di una acconciatura hathorica.
Il distretto di Ossirinco è noto anche per un raconto di Strabone che nel I secolo d.C. visitò l’Egitto. Nel distretto di Cynopoli, in cui la divinità principale era il dio Anubi, era stato pescato e mangiato un pesce ossirinco. Gli abitanti di Ossirinco per vendetta avevano scuoiato e mangiato dei cani. sacri per gli abitanti di Cynopoli. Ne nacque un conflitto tra le popolazioni dei due distretti che dovette venire sedato dalle truppe romane3.

Nel mito di Osiri, raccontato da Plutarco, il dio è assassinato dal fratello Seth e il corpo smembrato viene disperso in vari distretti del territorio egiziano. Isi, la sposa di Osiri, riesce a recuperare le parti del corpo di Osiri ad eccezione del fallo, che, gettato nel Nilo, è stato inghiottito dal pesce ossirinco4. Scrive Plutarco5: L’unica parte del corpo di Osiri che Isi non riuscì a trovare fu il membro virile, perché era stato gettato per primo nel fiume e l’aveva mangiato il lepidoto.

Fig. 2 – Una scena rappresentata nel tempio di Abido mostra la dea Isi, nella forma di una femmina di nibbio, che si posa sul fallo del suo defunto sposo Osiri e con le ali gli dà un temporaneo soffio di vita11. Scrive Plutarco5 .. Da questa magica unione nascerà il dio Horus – Foto dell’autore

Il corpo di Osiri viene ricomposto dal dio Anubi e Isi usa le sue doti magiche per sostituire il fallo con una protesi. Poi, grazie alle sue virtù magiche, Isi riesce a farsi ingravidare dal dio defunto e da questa unione nascerà il dio Horus che avrà il compito di vendicare il padre assassinato e riconquistare il trono d’Egitto6.

Un discreto numero di rappresentazioni egizie illustra la conclusione di questo mito: la dea Isi nella forma di un nibbio si posa sul fallo posticcio di Osiri mummificato. Una simile immagine è riprodotta anche nella cappella di Osiri nel tempio di Dendera.

Fig. 3 – Il rapporto sessuale tra Isi-nibbio e il defunto sposo Osiri è ripetuto nella cappella di Osiri nel tempio di Dendera – Foto dell’autore

Il mito di Osiri scende successivamente dal mondo divino alla pratica quotidiana dei riti funerari, come dimostra la stele di Sebekha conservata nel British Museum (n. 1372). La curiosa scena di sesso, rappresentata in un ambito di attività quotidiane, è definita rivitalizzazione del defunto.
È su questo magico accoppiamento tra Isi e Osiri, e la conseguente nascita del figlio Horus, che nasce il mito fondativo di Osiri che avrà corso per tutta la lunga storia d’Egitto.
Ma è solo per voracità che il pesce ossirinco ha inghiottito il fallo di Osiri?
Nella Bassa Epoca le divinità principali della città di Ossirinco, l’antica Per-Medjed, erano Osiri e Tueris, la dea protettrice delle donne gravide, una dea che in questo sito compare con gli attributi di Isi.

In un articolo J.Yoyotte7 mostra l’immagine di una statuetta in bronzo esemplare per i significati che trasmette : il pesce ossirinco, acconciato con una corona hathorica, compare su un fiore di loto. Al suo fianco destro si appoggia una statuina della dea Nefti e al suo fianco sinistro la dea Isi-Tueris.

Fig. 4 – La miracolosa rivitalizzazione di Osiri scende dal mondo divino al mondo degli umani con riti che associano il defunto Sebekha al dio Osiri. La stele di Sebekha appartiene al British Museum (referenza perduta).
Fig. 5 – La dea Ta-uret (Tueris = la Grande) è la principale divinità del nomo di Ossirinco. Tueris protegge le donne in gravidanza. La sua immagine la mostra sempre come una femmina di ippopotamo incinta. Immagine tratta dal Catalogo Ufficiale del Museo Egizio del Cairo, 1987, n. 248.
Fig. 6 – Bronzetto che ha alla base l’immagine di un fiore di loto sul quale c’è un pesce ossirinco con corona hathorica. Appoggiate sui lati del fiore di loto ci sono le figure delle dee Isi e Nefti che richiamano la figura di Osiri. Immagine tratta dall’articolo di Yoyotte, Oxyriynque, 2005, pag. 273.

Come è noto, il fiore di loto di notte rimane immerso nell’acqua ma con il sorgere del sole emerge dall’acqua alla luce del giorno8. Sopra il fiore di loto sarebbe canonico che comparisse un’immagine del dio sole Ra. Il pesce ossirinco sul fiore di loto assume così una valenza altamente simbolica e un significato equivalente a quello solare, del tipo risorgere, un termine che ben si presta ad annunciare la prossima nascita di una divinità solare, il dio Horus.
Ciò prova che nel distretto di Ossirinco la dea Isi si è trasformata in pesce per ritrovare nelle acque del Nilo il fallo di Osiri e per accoppiarsi con il suo sposo defunto allo scopo di generare Horus, il figlio vendicatore. A questo punto acquista una speciale rilevanza probatoria la rappresentazione di un sarcofago ritrovato a Gamhud, nella necropoli di Ossirinco. Sul coperchio del sarcofago è rappresentato il pesce ossirinco sopra il corpo del dio Osiri.

Fig. 7 – In una tomba di Gamhud, la necropoli di Ossirinco, il coperchio di un sarcofago mostra l’immagine di un ossirinco sopra il corpo i Osiri sul suo letto di morte. Immagine simbolica di un incontro sessuale tra l’ossirinco (= dea Isi) e il defunto Osiri. (referenza perduta).

Fig. 7

Al centro del sarcofago compare l’immagine di Osiri sul suo letto di mummificazione e sopra di lui è rappresentata l’immagine del pesce ossirinco a significare il rapporto sessuale tra Tueris-Isi e Osiri9 e dando così una nuova conferma al fondativo mito di Osiri. Nel suo articolo Yoyotte conferma questa conclusione scrivendo che il pesce che inghiotte il fallo è la dea Isi10.
Quindi la vicenda dell’inghiottimento del fallo di Osiri da parte del pesce ossirinco sarebbe una riproposizione del mito fondativo di Osiri secondo una variante locale del mito di Osiri adattato alle specificità religiose locali dell’antica città di Per-Medjet.

Gilberto Modonesi

Immagine di copertina: Amuleto in bronzo raffigurante il pesce Ossirinco, Periodo Tardo (© Museo Egizio di Torino, inv. S.18097)


1) P. Parsons, La scoperta di Ossirinco, Carocci Editore, Roma 2014.
2) Questo sito si trova a circa 200 km. a sud del Cairo, sul canale Bahr Yusus, e oggi ha il nome di Bahnasa.
3) Strabone, Le voyage en Egypte, Nil éditions, Paris 1997, pag. 152, & 372.
4) È un pesce della famiglia dei mormoridi, J. Yoyotte, Oxyriynque, in Bastiaire des Pharaons, Edition Perrin, Paris 2005, pgg. 271-275..
5) Plutarco, Iside e Osiride, finale del cap. 18. La tragica storia di Osiri è descritta nei capitoli 12-21.Nei testi egizi si trovano solo accenni criptici al mito di Osiri, il cui racconto dettagliato ci è stato tramandato dal greco Plutarco nel I secolo d.C.
6) Scrive la stele Louvre C 286 : ….. ella [la dea Isi] che ha dispensato l’ombra delle sue piume e fatto aria con le sue ali…..ella che ha raccolto il suo seme e concepito l’erede. In Assmann, La mort et l’au-delà, 2003, pag. 50.
7) J. Yoyotte, 2005, art. cit., pag. 273..
8) M-L. Ryhiner, L’offrande du lotus, FERE, Bruxelles 1986.
9) La scena di questo sarcofago è descritta da Yoyotte nel suo articolo a pag. 274..
10) J. Yoyotte, 2005, art. cit. pag. 275.
11) La scena del tempio di Abido è descritta nella stele C 286 del Louvre: “… ella [la dea Isi] che ha dispensato l’ombra delle sue piume e fatto aria con le sue ali ….ella che ha raccolto il suo seme e concepito l’erede …“, Assmann, Mort et au-delà dans l’Egypte ancienne, 2003, pag. 50.

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Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

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