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Gudea di Lagash – La costruzione del tempio di Ninjirsu - Cilindro A

A III.5 - 63

šul.zi

lu

2

igi

mu.bar.ra.zu

nam.til

3

mu.na.sud

[šul.zi

lu

2

[igi [mu.n.ši.e.bar].a].zu].ra nam.til

3

.e mu.na.sud

Al giovane valoroso verso il quale hai volto il tuo occhio, la vita dura a lungo.

šul [DUN] : “jeune homme, guerrier” (PLS.138); “young man; warrior; invader; a bad disease involving skin

eruptions” (SL);

šul.zi

“jeune homme respectable” (PLS.138); zi (zid) : “leale, fedele”

lu

2

[igi [mu.n.ši.e.bar].a].zu : frase relativa: “

l’uomo che tu il tuo occhio verso di lui hai aperto

”,

nominalizzata con .a; lu

2

“uomo” è lo

head noun

. “

dem rechten Jüngling, den du angeschaut hast,

währt dal Leben lang / dauert das Leben lange

” (GSG1.104; GSG2.9);

.e.ši

è il DP .ši del terminativo

(cfr. B II.3, dove compare), preceduto dal

prefisso pronominale opzionale

di terza persona ‘.n’, riferito

a lu

2

; il successivo .e è il PA della seconda persona singolare riferita al soggetto (TSL.148; GSG1.159).

Quanto a .zu, è il suffisso possessivo di seconda persona singolare “tuo”, riferito a igi “occhio”

(TSL.71). Tutta questa frase è in apposizione a

šul.zi

.ra : marker del dativo, omesso (GSG1.104), ultimo elemento della catena nominale

nam.til

3

(ti) : “vita” (MSG.73,75); “life (abstract prefix + 'to live')” (SL)

mu.na.sud : “es währt ihm lange”, ‘Normalform’ di verbo intransitivo(GSG1.177; il tema verbale in

questione forma il

marû

con la reduplicazione); .na è DP del dativo, che cross-ref. l’intera relativa

precedente; sud (su

3

; su) : “to be/make remote, far away, lasting” (SL; TSL.316). Per l’anteposizione

del dativo, vedi GSG2.8-9

Cfr. una frase simile in B II.3-4

A III.6 - 64

ama

nu.tuku.me ama.ju 1

0

ze

2

.me

[ama nu.tuku]

.me.en ama.ju 1

0

za.e.me.en

Io sono uno che non ha madre: tu sei mia madre!

nu.tuku : vedi A II.10; tuku è un participio: “colui che non ha madre (sono)” (GSG1.135). In TSL.276, legge

tuku.ed

: il morfema ‘ed’ è posizionato immediatamente dopo la radice verbale e prima di ogni

elemento pronominale o suffisso sintattico; normalmente, tale morfema è combinato col tema

hamtu

ed

è usato soprattutto nelle forme non finite. Di regola, la “e” del morfema è scritta dopo una consonante,

e solo eccezionalmente dopo una vocale; “d” è scritto solo quando è seguito da una vocale.

Normalmente si riferisce a un tempo futuro, oppure indica un’obbligazione, un qualcosa che deve

essere fatto. Non vedo pertanto nel caso in esame la sua funzione.

ama : vedi A I.29

.me.en

: copula enclitica di prima persona singolare, esprimente il predicato (TSL.276; GSG1.147; GSG2.

76)

za.e < ze

2

, è il pronome personale indipendente, soggetto, di seconda persona singolare (TSL.68; PSG.39),

rafforzato dalla copula enclitica

.me.en

(PSG.39, GSG1.50); questa forma accentuata del pronome

svolge funzione di predicato: “sei tu mia madre!” (GSG2.22)