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Gudea di Lagash – La costruzione del tempio di Ninjirsu - Cilindro A
A II.20 - 49
gu
3
.de
2
.a.ne2
jiš
ba.tuku.am 3[gu
3
.de
2
.a.ani.e jiš.Ø ba.tuku]
.a.am 3Il suo appello fu ascoltato;
gu
3
.de
2
.a : “Ruf” (GSG1.61); “appello”, sostantivo, ottenuto mediante il suffisso nominalizzante ‘.a’
(GSG1.57,61); propriamente è quindi un participio passivo, in ‘.a’ (GSG1.142); per gu
3
.de
2
“emettere
la voce = parlare”, vedi A I.10
.e : marker del locativo-terminativo, non cross-ref nella catena verbale; “auf sein Rufen” (GSG1.111; GSG2.
120)
ba : CP; compare solitamente in frasi di senso passivo : “seems first of all to indicate a one-participant verb
with non-agentive subject” (TSL.179; cfr. MSG.256; GSG1.190); ba.tuku è una ‘Normalform’
(GSG1.177)
jiš…tuku : “to hear, listen to ('tool' + 'to get, have')” (SL); “…. = erhören” (GSG1.120); “entendre, écouter;
apprendre” (PLS.1439); “to hear” (TSL.320). Poiché il verbo sumerico non può avere due oggetti
diretti, il nome che nella traduzione corrisponde all’oggetto (il secondo oggetto, quello indiretto; per
noi “appello”) sta in un caso dimensionale, spesso il locativo-terminativo; un verbo composto
(jiš…tuku “to hear, listen to ('tool' + 'to get, have')” (SL), (PLS.143)) può tuttavia prendere altri casi.
In una costruzione a un-partecipante, il membro nominale del composto, nel nostro caso jiš, è
l’oggetto grammaticale del verbo e il “secondo oggetto” sta in un caso dimensionale, qui in locativo-
terminativo (TSL.271)
.a.am 3: uso della copula enclitica dopo forma verbale finita nominalizzata: “è il suo appello che fu
ascoltato” (GSG2.77; vedi A I.18)
A II.21 - 50
lugal.a.ne 2siskur
2
ra
2
.zu.ne 2gu
3
.de
2
.a.aš 2lugal.ani.e [siskur
2
a.ra.zu].ani.e
Gudea.še3
il suo re la sua offerta e preghiera da Gudea,
lugal.ani.e : col marker dell’ergativo (cfr. il parallelo di B III.3); in apposizione al successivo [en
d
Nin.Jirsu.ak].e
siskur
2
: “sacrificio, offerta; preghiera, supplica” (PLS.127); scritto col segno siskur ripetuto due volte,
indicando probabilmente pluraità o intensità (MSG.209-210; GSG1.72, dove nega la pluralità)
ra
2
.zu <
a.ra.zu: “prayer, rite ('tears' + 'to overflow' + 'to inform')” (SL); “Gebet” (GSG1.41), con caduta
della vocale iniziale (l’abbreviazione arazu > razu è una caratteristica solo dei testi di Gudea; GSG1.
41n4). Per l’asindeto tra i due sostantivi, vedi GSG2.41
ne
2
: grafia del marker del locativo-terminativo (caso retto dal successivo verbo composto šu…ti) dopo il
suffisso di terza persona singolare, classe delle persone (GSG1.111-112); il locativo-terminativo non è
cross-ref.
še
3
: marcatore del terminativo, in grafia finale (-š), dopo vocale (GSG1.112); caso retto dal successivo
verbo composto šu…ti