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Gudea di Lagash – La costruzione del tempio di Ninjirsu - Cilindro A
A I.16 - 16
e
2
.kug du
3
.de
3
gu
2
.bi
mu.ši.ib2
.zi
[e
2
.kug.Ø du
3
.a].de
3
gu
2
.bi mu.ši.b.zi.e
della costruzione del tempio puro si preoccuperà”.
kug (ku
3
): “bright, pure; white; sacred, holy” (SL); “brillant; pur; sacré; saint” (PLS.86)
du
3
: “costruire”; du.a è l’infinito (cfr. GSG2.74)
de
3
: “used like the terminative postposition –še
3
after verbal phrases to indicate intent or goal” (SL); cross-
ref da ši nella catena verbale. La frase potrebbe anche intendersi e
2
.kug du
3
.ed.e.še 3(vedi A VI.11 e
GSG1.113)
zi : “aufstehen lassen, erheben” (GSG2.61); gu
3
…zi “aver successo”, “preoccuparsi di” (“collo”+
“sollevare”); zi.e è forma
marû
; lett. “verso il costruire la casa pura il suo collo solleverà”; . ši, DP del
terminativo, ha una connessione causale (GSG2.136)
A I.17 - 17
lugal.ni.irud ne maš ji
6
.ka
lugal.ani.ra [ud.ne maš.ji 6.ak].a
Al suo re, in questo giorno, in visione (notturna),
lugal.ni.ir: per questa grafia del dativo, molto più rara della normale
lugal.a.nio
lugal.ni,con omissione del
suono ‘r’, vedi MSG.186.
ne : pronome dimostrativo (GSG1.55)
maš : “metà”; ji
6
: “nero”; “notte” (cfr. A I.8);
maš.ji 6.ak è genitivo “mezzo della notte”;
maš.ji 6vale “night-
time vision, dream”
.a : locativo
A I.18 - 18
gu
3
.de
2
.a en d.Nin.jir
2
.su
2
.ra igi
mu.ni.du 8.am
3
Gudea.e [[en
d
Nin.Jirsu].ra [igi.Ø
mu.ni.n.du 8.Ø].a].am
3
Gudea al signore Ninjirsu volse lo sguardo;
Gudea : letteralmente “il chiamato” (GSG1.61; vedi A II.20)
.e : marker dell’ergativo (GSG1.43, 82)
.ra : dativo; per la separazione dei due termini del dativo (Ninjirsu sarebbe in apposizione a lugal), vedi
GSG2.21; sarebbe inoltre da intendersi nin.jir
2
.su
2
.ak.ra(GSG1.105)
igi…du
8
[IGI.GABA]: “das Augen öffnen = sehen” (GSG1.121); “to see (often with -ni- or bi-)” (SL).
.ni. : DP del locativo, riferito a terza persona singolare animata; sostituisce in pratica il DP .na del dativo
(GSG1.205); “aprì gli occhi verso …”
am
3
: quando la copula enclitica occorre dopo un verbo finito, serve ad enfatizzare l’intera frase (TSL.277);
in tal caso la copula va posta dopo una frase nominalizzata: la .a è quindi il nominalizzatore; “è al suo
re il fatto che egli aprì gli occh
i
” (MSG.230; GSG2.76n1,77)