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I furti nelle tombe

21

Alberto ELLI

3.2.3

Anno di regno 18

Nonostante le autorità fossero ora più attente e nonostante le dure repressioni, i furti continuarono. Per

l’anno 18 di Ramesse IX, il papiro BM10054 ci parla della compromissione nei furti anche di sacerdoti di

vario rango, accusati di essersi appropriati delle foglie d’oro che ricoprivano una statua di Nefertem:

Anno di regno 18, secondo mese della stagione dell’Inondazione, giorno 24. Ricevere la

deposizione del sacerdote Penunheb. Fu ascoltata la sua deposizione. Gli fu detto: «Che

cosa hai da dire riguardo a questa foglia d’oro di Nefertem appartenente al re

Usermaatra Setepenra (v.p.s.)?». Disse: «Sono andato insieme con il padre divino

Hapyur, il padre divino Sedy, il padre divino Paysen, figlio di Hapyur, e il padre divino

Pakhor. Strappammo via il sostegno (?) ricoperto d’oro di Nefertem e portammo via 4

deben e 6 qite d’oro. Io lo fusi e il padre divino Hapyur lo suddivise tra sé e i suoi

complici. Essi mi diedero tre qite d’oro, diedero 3 qite (anche) al padre divino Pakhor

(figlio di ? ...) e portarono via il resto». [...]. Persone, insieme al padre divino Pakhor e

al sacerdote Penunheb, alle quali è stato dato l’oro di Nefertem: il sacerdote-setem

Khaemope: 1 deben d’oro; lo scriba degli archivi reali Sethmose: 6 qite d’oro; il padre

divino Hapyur: 3 (qite); il padre divino Sedy: 3 qite; il padre divino Pakhor: 3 (qite); il

sacerdote Penunheb: 3 qite; il sacerdote Paysen, figlio di Hapyur: 3 (qite); il sacerdote

Sethmose: 1 qite d’oro. Quantità del ricoprimento del dio (che ancora rimane): 8 qite.

(In) totale: 4 deben d’oro

” (BM10054 3.7-16)

.

3.3

I furti durante il regno di Ramesse XI

Benché non ci siano pervenuti documenti del periodo di Ramesse X, i furti continuarono senza dubbio

anche durante il regno di questo faraone e la situazione andò sempre più aggravandosi: la necropoli venne

sistematicamente messa a sacco, nella passività, se non complicità, delle autorità di Tebe. Il bubbone scoppiò

ancora, in tutta la sua virulenza, durante il regno di Ramesse XI, l’ultimo dei Ramessidi. Al regno di questo

faraone appartiene infatti un gruppo di papiri che, oltre a far luce su questa insana pratica dei furti, sono

importanti perché ci trasmettono notizie sulle vicende storiche, anche drammatiche, di questo periodo alla

fine della XX dinastia. E poiché queste vicende sono intimamente legate ai processi stessi, necessitano di

essere evidenziati dall’inizio.

Oltre a Ramesse XI, gli attori principali di questi anni sono il gran sacerdote di Amon, Amenhotep

40

, il

“figlio reale di Kush” Panehesy

41

, il generale Herihor, poi sovrano in Tebe, e il generale Piankh.

Per meglio compendere gli incidenti di Tebe in questo periodo, occorre farsi un’idea corretta dei poteri

del gran sacerdote di Amon. Normalmente si ritene che avesse poteri quasi illimitati, concorrenti con la

stessa autorità del faraone

42

. È un’opinione che, benché diffusa, è piuttosto esagerata. Le sue competenze

economiche, per esempio, erano limitate: il posto centrale di capo dei granai del Faraone,

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aA

, ossia di responsabile della produzione cerealicola delle terre a statuto speciale poste in Alto Egitto, non gli

fu mai affidato e anche i domini dei templi furono parzialmente controllati dallo Stato e soggetti all’imposta.

Il gran sacerdote Amenhotep sorvegliò la raccolta di tali imposte. Nella famosa scena dell’anno 10 di

Ramesse IX, rappresentata sul muro esterno orientale tra il VII e l’VIII Pilone a Karnak, il gran sacerdote è

rimunerato per il suo lavoro amministrativo nei domini di Amon e per la sua onestà nel trasferimento verso

40

W.H., LÄ I, coll. 221-222, s.v.

Amenophis

.

41

M.L.B., LÄ IV, coll. 661-6622, s.v.

Panehsi

.

42

Vedi G. L

EFEBVRE

,

Histoire des grands prêtres d’Amon à Karnak

, pp. 185-200.