

I furti nelle tombe
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Alberto ELLI
“
Anno 16, terzo mese della stagione dell’inondazione, giorno 22: giorno del consegnare i
ladri che erano stati in questa piramide del dio (Sobekemsaf) al primo profeta di Amon-
Ra, re degli dei, Amenhotep. [...] Fu scritto per essi su un rotolo di papiro ed esso fu
depositato nell’ufficio degli scritti in questo giorno
” (LeAm 4.1-3).
Come visto, Paser, benché egli stesso membro del tribunale, fu trovato in colpa. Chiaramente, le accuse
che Paser aveva mosso non potevano essere refutate semplicemente interrogando un’altra volta Paykhor e
compagni; certamente, tuttavia, il vizir voleva biasimare Paser e questa deve essergli sembrata la via più
facile. Una frase al termine del papiro Abbott lascia comunque dubitare che Paykhor e i suoi complici
fossero in effetti considerati innocenti, come era stato dichiarato:
“
I grandi notabili rilasciarono i fabbri del tempio di Usermaatra Meryamon nella Casa
di Amon ed essi furono consegnati al primo Profeta di Amon-Ra re degli dei, Amenhotep,
in questo giorno
” (Abb 7.15-16).
Come lascia supporre l’ultima sezione del pap. LeAm 4.9-12, la consegna al gran sacerdote era equivalente
a tenere questi uomini sotto arresto, in attesa che si potesse decidere per la loro punizione. Altri ladri,
tuttavia, in particolare quelli implicati nel furto alla tomba di Sobekemsaf, andarono incontro a una severa
punizione: una trentina d’anni dopo, il ricordo di quella punzione, probabilmente l’impalamento, era ancora
ben vivo nella mente di un ladro che, interrogato, si affrettò a confessare per non correre il rischio di subire
un analogo trattamento:
“
Interrogatorio. Fu condotto l’artigiano Tjauenany, della Sede della Verità. Fu fatto
giurare per il Signore (v.p.s.) dicendo: «Se mento, che possa essere mutilato e mandato
in Kush». Gli disse in vizir: «Che cos’è la tua storia dell’andare alle Grandi Tombe?».
Disse: «Ho visto la punizione che è stata inflitta ai ladri al tempo del vizir Khaemuase;
perché mai dovrei andare a cercare la morte quando la conosco?»
” (BM10052 8.17-20).
Da questi fatti sembrerebbe che Pauraa, i suoi uomini e il vizir erano in effetti coalizzati contro Paser, le
cui cinque “accuse”, che probabilmente riguardavano furti nella Valle delle Regine, non vennero nemmeno
considerate. È anche presumibile che Paykhor, in carcere da due anni, avesse ottenuto dal vizir la libertà in
cambio di una confessione che discolpasse Pauraa.
Paser appare ancora come membro del Gran Tribunale il giorno 22, quando venne nuovamente
considerato il caso di Amonpanefer e dei suoi complici (LeAm 1.7-9). È in questa occasione, certamente, che
Amonpanefer rese il dettagliato racconto sulla sua scoperta e sulla violazione della tomba di Sobekemsaf che
leggiamo nel papiro Leopold II - Amherst. Di Paser non sappiamo più nulla, ma ciò significa ben poco,
perché i documenti molto raramente menzionano i sindaci di Tebe. Il suo collega Pauraa rimase in carica per
almeno altri 17 anni, essendo ancora menzionato nel 12 anno di Ramesse XI
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Abbott e Leopold II - Amherst sono documenti magnifici, scritti dalla stessa mano. Erano senza dubbio
documenti da conservare in archivio e sia l’evidenza interna di Abbott come un indizio nel papiro Ambras ci
lasciano pensare che essi appartenessero una volta agli archivi del tempio di Ramesse III a Medinet Habu,
tempio considerato il quartier generale dell’amministrazione della necropoli nella XX dinastia. Riguardo al
valore storico di questi papiri - insieme con BM10054, che non è però un documento ufficiale – essi
sembrano essere un rendiconto fedele di ciò che effettivamente accadde. Da Abbott si ricava l’impressione,
già formulata, che il vizir e l’intero Gran Tribunale, con l’eccezione ovvia di Paser, fossero apertamente
partigiani di Pauraa. Tuttavia, nel papiro si dà conto delle accuse di Paser e se la visita alla tomba di
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T.E.P
EET
,
The Chronological Problems of the Twentieth Dynasty
, JEA XIV, 1928, pp. 52-73, a p. 65.