

I furti nelle tombe
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Alberto ELLI
luogo una spedizione a nord, preceduta da un reclutamento forzato tra i cittadini tebani. Il pap. Mayer A
definisce questa cattura con il termine
mdwt an
.
Uno dei testimoni del processo dei ladri dice:
«Io andai via prima dei cospiratori (?), dopo che Paynehesy ebbe complottato
nuovamente e quando il servitore Nesaashefyt – costui era un maggiordomo – si
impadronì della mia casa»
) (MayA 4.4-4.6)
.
Sempre in questo papiro troviamo un’altra allusione:
“
Vennero gli stranieri e presero possesso del tempio, mentre io sorvegliavo alcuni asini
di mio padre, e Payhety, uno straniero, mi prese e mi portò a Ipip, quando era (già) da
sei mesi che Amenhotep, che era stato il primo profeta di Amon, era stato attaccato. E
(così) accadde che fu dopo nove interi mesi dell’attacco ad Amemhotep, che era stato il
primo profeta di Amon, che io ritornai
” (May A6.4-6.8).
Se anche i contadini furono incorporati a forza nell’esercito, l’interruzione dei lavori nei campi deve
aver provocato una grave carestia. È a questa che si riferirebbe la celebre frase che ricorda un “
anno delle
iene, quando si faceva la fame
” (BM10052 vs 11.8). Poiché le iene sono animali che si nutrono anche di
cadaveri, avremmo qui una drammatica immagine della conseguenza della guerra civile.
Un’immagine della drammaticità della situazione può ritrovarsi anche nelle parole della deposizione
della cittadina Taaper, che ricorda come
“
accadde che ero seduta affamata sotto i sicomori e capitò che gli uomini stavano
cercando di vendere il metallo, poiché noi eravamo affamati
” (BM10043 3.5-3.7).
Per il Niwinski la donna stava prostituendosi (il sicomoro allude a Hathor, la dea dell’amore) e il
metallo in questione proveniva probabilmente dai furti, e con esso gli uomini pagavano le prestazioni
sessuali della donna
47
.
La grave situazione aveva provocato certamente anche una diminuzione nel numero dei guardiani della
necropoli (nel periodo della guerra a nord dell’Egitto la necropoli fu lasciata senza protezione dopo il
reclutamento forzato operato da Panehesy). È pertanto in questo periodo che anche la parte più protetta della
necropoli, la Valle dei Re, divenne oggetto dei furti dei ladri e la tomba di Ramesse VI, così come altre
sepolture, furono depredate. Cyril Aldred e Jansen-Winkeln sostengono l’ipotesi che i furti nella Valle dei Re
possano essere stati perpetrati dai soldati nubiani dell’esercito di Panehesy prima del loro ritiro definitivo
48
.
È probabilmente a questo periodo che va collocato il papiro MayerB, che ci parla di ripetuti furti avvenuti
nella “
tomba del re Nebmaatra Meryamon (v.p.s.), il grande dio
” (MayB 8), ossia proprio Ramesse VI. Il
protagonista, purtroppo anonimo, si era accordato con altri quattro complici – un quinto era stato addirittura
ucciso perché non tradisse (MayB 8-9) – per scavare nella tomba:
“
Io trascorsi quattro giorni a scavare in essa, essendo (tutti) noi cinque là. Aprimmo, la
tomba, vi entrammo e trovammo …
” (MayB 9-10).
Ad aggravare la situazione deve aver contribuito anche la fuga da Tebe del gran sacerdote Amenhotep,
ciò che deve aver costituito uno
choq
ideologico, pericoloso in quanto poteva mettere in causa i fondamenti
stessi dello stato. Nella stagione
shemu
dell’anno 19 di Ramesse XI l’esercito nubiano all’inseguimento del
gran sacerdote in fuga raggiunse la regione della città di Hardai, la Cinopoli greca, a nord dell’attuale al-
47
A. N
IWINKI
,
Le passage de la XXe à la XXIIe dynastie
, p. 338.
48
C. A
LDRED
,
More light
, p. 96; K. J
ANSEN
-W
INKELN
,
Das Ende
, p. 31.