

I furti nelle tombe
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Alberto ELLI
Tebe ed era presumibilmente il successore di Panehesy nella sua funzione di vizir e capo
dell’amministrazione civile. Unnefer fu incaricato di controllare lo stato degli affari concernenti la necropoli
e gli operai della Tomba. È menzionato per l’ultima volta nel 4° mese di Shemu dell’anno 18 di Ramesse XI.
È probabile che la rivalità tra Amenhotep e Panehesy sia ben presto degenerata e che Panehesy fosse
riuscito a deporre per un certo periodo il gran sacerdote. In un’iscrizione autobiografica di Karnak, lo stesso
Amenhotep si rivolge al suo dio Amon con queste parole: “
Egli
(=Panehesy)
se ne impossessò
(=della mia
funzione);
egli l’esercitò per otto mesi interi, mentre io ero in una estrema miseria/sconforto a causa di
ciò
”
44
. Amenhotep si rivolse anche a Ramesse XI e il faraone inviò il generale Payankh per difendere il gran
sacerdote e per punire il troppo intraprendente Panehesy. Ne risultò una guerra civile, che portò i suoi effetti
fino al Basso Egitto, con la sua scia di morte e distruzione.
Questa guerra civile è a torto chiamata in letteratura “la guerra contro Amenhotep” o “la guerra del gran
sacerdote”
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. Secondo l’interpretazione tradizionale sarebbe stato il gran sacerdote a causare i disordini e a
essere scacciato, su ordine del faraone, dal fedele Panehesy. Nella lotta, sostenuta anche dalla collera
popolare, per la fame e le precarie condizioni sociali, lo stesso gran sacerdote avrebbe perso la vita. Un’altra
ricostruzione dei fatti, che ribalta molte delle deduzioni, finora considerate “storiche”, è stata proposta da
Niwinski, il quale evidenza innanzitutto come sarebbe stato un sacrilegio alzare la mano sul gran sacerdote e
araldo di Amon, il cui palazzo, inoltre, si trovava all’interno di Karnak, inaccessibile alle masse. Come
mostrano poi i documenti, gli scioperi erano condotti contro i funzionari statali responsabili
dell’alimentazione degli operari e non contro il gran sacerdote. Gli operai della Tomba erano poi dell’ordine
del centinaio di persone e non potevano quindi costituire una “massa” in grado di assalire Karnak, che
disponeva di un proprio servizio di guardie. Questi templi, inoltre, come anche Medinet Habu, erano vere e
proprie fortificazioni. Gli scavi condotti da Hölscher hanno confermato che nel passaggio tra la XX e la XXI
dinastia una parte delle fortificazioni di quest’ultimo tempio (in particolare la porta O e i frammenti dei muri
vicini) è andata distrutta durante operazioni militari. Per far cadere fortificazioni di 10 m d’altezza sembra
necessaria la presenza di un esercito professionale. È pertanto possibile che sia stato Panehesy, poco
propenso a sottomettersi all’ordine di Ramesse XI di lasciare Tebe, con la conseguente perdita di prestigio, e
frustrato nella battaglia perduta nella sua rivalità personale con il gran sacerdote, che abbia voluto portare un
attacco sia contro lo stesso gran sacerdote e poi anche contro l’unità dello stesso Stato, conducendo alla
guerra le sue truppe nubiane, nel tentativo di separare la Nubia dalla dominazione egiziana.
Conosciamo lo svolgimento di questa guerra da diverse fonti: relazioni di testimoni e accusati nel
processo dell’anno 1 di
wHm mswt
(anno 19 di Ramesse XI) e la cosiddetta
Lettera moscovita
46
. L’autore di
questa lettera è lo stesso gran sacerdote Amenhotep, qui celato sotto lo pseudonimo Urmai, derivato da uno
dei suoi titoli (
wr mAA n Ra Itmw m WAst
). Dopo un assedio di Tebe di alcuni mesi, il gran sacerdote è dovuto
fuggire, rifugiandosi in Basso Egitto, probabilmente a Eliopoli o a Menfi, dove è rimasto fino alla fine della
sua vita. La parte essenziale del racconto comprende una descrizione dell’attacco a Tebe, nel quale i seguaci
del gran sacerdote sarebbero stati uccisi con le loro mogli o presi prigionieri, così come i bambini. Si legge
che i nemici sarebbero venuti da sud, su navi. La stagione più propizia per un’operazione del genere sembra
essere il 2° e il 3° mese di
Axt
, quando le navi della flotta di Panehesy potevano spingersi fin nei pressi dei
templi, che erano i punti della resistenza. Dopo 6 mesi d’occupazione di Tebe, nel 3° o 4° mese di
prt
, ebbe
44
(iw.f Hr) iTA.s iw.f (Hr) irt 8 Abdw n hrw im.s iw.i Snn
Xr.f r-iqr sp-sn
(KRI VI 537.16)
45
A. G
ARDINER
,
La civiltà egizia
, p. 273.
46
R
.
C
AMINOS
, The Tale of Woe
, Oxford, 1977; G.
F
ECHT
,
Der Moskauer “literarische Brief” als historisches
Dokument
, ZÄS 87, 1962, pp. 12-31.