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cammina su un leone e tiene le braccia diste-

se stringendo nelle mani un mazzo di serpen-

ti e un mazzo di fiori che la caratterizzano

come dea della fertilità e dell’erotismo. Il volto

è riprodotto in vista anteriore e si attiene alle

rappresentazioni di Hathor, non solo en face,

ma anche per la tipica parrucca hathorica con

le corna ed il disco solare. La rappresentazio-

ne frontale in Egitto è molto rara, come un’ec-

cezione alla regola della visione di profilo che

stava alla base della rappresentazione icono-

grafica egiziana. Il soggetto della raffigurazio-

ne vistodi fronte viene isolatodal restodell’im-

magine in cui si trova, ma se ci si mette al

posto dello spettatore la rappresentazione

frontale mette in evidenza il soggetto. Duran-

te il Nuovo Regno si sviluppa la rappresenta-

zione frontale che lascia spazio alla libertà

dell’artista; questo motivo viene spesso asso-

ciato all’idea di rinascita, al tema dell’infanzia e

della nudità, basta pensare ad esempio ad

Osiride e Bes. L’immagine della dea Qadesh in

Egitto è l’interpretazione egiziana di unmotivo

di origine straniera che è stato influenzato

dall’iconografia egiziana di Hathor, anticamen-

te esportata. La dea veniva rappresentata

sulle stele come se si trattasse di una statua e vista l’omogeneità delle raffigurazioni e la quantità di stele tro-

vate a Deir el-Medina si può pensare che queste ultime si ispiravano ad un’immagine di culto particolarmente

venerata in quel luogo. A Deir el-Medina la dea Qadesh aveva un ruolo importante accanto al dio Reshef e

veniva adorata tra le famiglie dei lavoratori come la forma principale delle dee siriane. E’ comprensibile che

queste persone indirizzassero i loro desideri e le loro speranze

ad una dea della salvezza, della fecondità e dell’amore, la quale

offriva vita, salute e benessere piuttosto che a delle dee asiati-

che i cui poteri bellici erano meno efficaci. E’ molto frequente

trovare raffigurazione della dea Qadesh assieme al dio Min e

Reshef, tutte divinità accomunate dal loro aspetto di fertilità e

salvezza. A questa triade sono state donate una fila di stele che

possiamo ripartire in due gruppi: del primo fanno parte le stele

che portano solo una rappresentazione delle tre divinità e una

che riporta brevi iscrizioni ed epiteti degli dei, mentre del se-

condo fanno parte stele che oltre alla rappresentazione con-

tengono anche una lode alle divinità stesse.

Nel registro inferiore di quest’ultima si trova il donatore mentre

fa delle offerte alla triade assieme alla sua famiglia; nel registro

superiore l’immagine è sempre la stessa: al centro la dea Qa-

desh, in piedi sopra un leone, a destra il dio Min, quasi sempre

rappresentato itifallico, e a sinistra il dio Reshef. Nelle iscrizioni

si legge: “Qadesh, signora del cielo, signora degli dei, l’occhio di

Ra, simili a lei non ce ne sono”; “Reshef, il grande dio, signore del

cielo, sovrano dell’Enneade, signore dell’eternità”; “Min-Amon-

Kamutef, signore del cielo”. (foto 9 / 10). Del secondo gruppo fa

parte una stele che contiene nel registro superiore la triade

Min-Qadesh-Reshef e nel registro inferiore il donatore assieme

alla moglie ed al figlio in portamento di adorazione davanti alla

dea Anath. Qui si può vedere ancora la relazione conosciuta fra

foto 9 / Stele raffigurante la triade Min-Qadesh-Reshef / PRITCHARD J. B., Ancient Near East in

Pictures, Princeton (New Jersey), 1977, p. 163, fig. 470.

foto 10 / Stele raffigurante la triade Min-Qadesh-Reshef / LEIBOVITCH

J., Kent e Qadech, in Syria 38 (1961), tav. II, 1.