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to, a partire dal periodo accadico, gli dei portavano un altro tipo di coro-
na con le corna. Questa corona asiatica con le corna è stata mantenuta
in Canaan per le divinità maschili ed il suo significato si espanse fino in
Egitto, in cui venne portata di frequente dal dio straniero Seth.
Sulle rappresentazioni egiziane del Nuovo Regno si incontra ripetuta-
mente una dea asiatica, identificata con sicurezza con Astarte, che caval-
ca all’amazzone un cavallo al galoppo e tiene nelle mani la lancia e lo
scudo oppure la freccia e l’arco; talvolta afferra anche le briglie del caval-
lo non sellato. Il tipo di dea rappresentata è chiaramente da ricondurre
all’Asia anteriore ma la sua appartenenza alle raffigurazioni della dea
Astarte non sarebbe stata possibile se non fosse esistita l’iscrizione Ashti
su un disegno della dea a cavallo. Una dea con un tale nome in Asia an-
teriore è sconosciuta anche se si potrebbe supporre che il suo culto era
molto diffuso poiché era rappresentata perfino in Egitto. Ora, dopo il ri-
trovamento di un sigillo da Biblo in cui c’è l’immagine della dea che caval-
ca, si fanno derivare dall’Asia anteriore le rappresentazioni egiziane e si
può concludere quindi che Ashti e Astarte sono due nomi per la stessa
dea. La scrittura Ashti, ritrovata su una piccola stele votiva appartenente
ad un funzionariomenfita di nome Ptahankh, viene accostata ad un altro
termine: Ashti haru; anche se manca il determinativo che identifica il
paese straniero, haru si può tradurre con: “Siria”, quindi Ashti haru =
“Astarte la siriana”. In Egitto quindi esistevano due nomi per la stessa
dea: Astarte e Ashti; è sbagliato vedere in questi due nomi funzioni diffe-
renti perché Astarte, fin dal periodo più antico, era la dea connessa col
cavallo e con i carri da guerra. La forma del nome Ashti è testimoniata in
Egitto solo durante un periodo che va dal regno di Amenhotep I fino a
quello di Sethi I; questo concorda col fatto che il nome Ashti è da collega-
re alla spedizione dell’immagine di culto di Ishtar di Ninive dal regno mi-
tannico all’Egitto per curare il faraone Amenhotep III. Ashti veniva quindi
invocata come dea della salvezza a seguito della guarigione di Amenho-
tep III e ha sostituito per un periodo la “sorella” Astarte. Gli Egiziani erano
già probabilmente consapevoli dell’identità delle dee a causa dello stes-
so suono dei nomi. Indicazioni sulla venerazione della dea Astarte in Egit-
to, secondo le attestazioni in nostro possesso, iniziarono a comparire in
foto 5 / Stele raffigurante la dea Astarte / QUIBELL J. E., The
Ramesseum, London, 1898, tav. XXVII, 6.
foto 4 / Stele raffigurante la dea Astarte proveniente da
Deir el-Medina - TOSI M., ROCCATI A., Stele ed altre epigrafi
di Deir el-Medina, volume I, Torino, 1972, p. 291, stele n.
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