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ne particolare, di sicuro Anath possedeva
un tempio a Pi-Ramses, nel quale sono
stati trovati due gruppi di statue della dea
assieme a Ramesse II. Nel primo gruppo
si trova un rilievo, molto rovinato, in cui
però si può riconoscere Ramesse II che
tiene per mano Anath. Entrambi i lati del
rilievo mostrano la stessa iscrizione: “Ra-
messe, amato da Anath”. Il retro contene-
va un discorso di Anath a Ramesse II in
cui lei si designa come suamadre, gli attri-
buisce tutte le terre e lo assiste nella lotta.
Del secondo gruppo fa parte una lastra in
granito nella quale si trova un rilievo di
Anath e Ramesse II a grandezza naturale.
Il re porta il copricapo regale e al di sopra
la corona atef, lui è vestito con un corto
gonnellino e posa le mani sulle ginocchia.
Accanto a lui siede Anath, che indossa
una lunga veste e la corona atef; la dea
posa la mano sinistra sul ginocchio e
quella destra sulla spalla del re. Il retro
della lastra porta un’iscrizione in cui la
dea si proclama madre del faraone, men-
tre sui lati si legge: “Anath, la signora del
cielo, la signora degli dei di Ramesse”.
(foto 1/2) Tramite la celebrazione del suo rapporto di parentela con la dea Ramesse II voleva far intendere che,
succhiando il suo latte materno quand’era bambino, aveva ricevuto anche la forza invincibile della dea; con-
temporaneamente la discendenza da Anath dava al re egiziano il potere anche sulle zone straniere, dalle quali
proveniva la dea. Nel ruolo di protettrice del sovrano Anath è rappresentata su un frammento di rilievo inco-
ronata con la corona atef mentre sta agitando la mazza per proteggere il cartiglio di Ramesse II. (foto 3)
Infine troviamo delle stele donate alla dea, raffigurata sempre in aspetto bellicoso, anche da parte di singole
persone appartenenti al villaggio di Deir el-Medina, le quali chiedono protezione, vita e salute. Altre testimo-
nianze della sua venerazione si trovano in Palestina, in cui vengono ritrovare stele donate da egiziani alla dea
nel suo paese d’origine poiché desse loro un aiuto più efficace.
La dea Astarte
La dea Astarte era un’antica divinità semitica la cui provenienza rimane ancora incerta; poterebbe essere stata
portata in Siria dalle popolazioni semitiche antiche derivata forse dalla dea delle prime dinastie mesopotami-
che Inanna oppure potrebbe anche essere stata una dea indigena dell’antica Siria. Il suo nome ha subito molti
cambiamenti fonetici che sono passati attraverso i vari dialetti semitici; anche il sesso della dea rimane incerto,
era di sesso maschile in Sud Arabia (Athtar), in Etiopia (Astar) ed in Moab (Ashtar) era invece di sesso femmini-
le in Assiria-Babilonia (Ishtar), in Siria (Attar o Atar), in Israele (Ashtoreth) e nelle colonie fenicie.
A Ugarit Astarte è attestata solo raramente con la scrittura: Athtart/Athtartu, poiché nel pantheon ufficiale
dominavano le divinità imparentate di nome Atirtu e Anath. In questa città esisteva la forma maschile della
stessa divinità Athtar che era il dio della stella del mattino. Il significato del nome Athtart/Astarte è sconosciu-
toma esisteva una relazione fra Astarte e la stella del mattino che possiamo definirla anche con Ishtar e Athtar.
Astarte era la dea della fertilità, in particolare nel I millennio a. C. venne equiparata dai greci ad Afrodite. Era la
dea principale di Sidone e di Tiro, città in cui è menzionata di frequente nelle iscrizioni.
In Siria Astarte è raffigurata mentre siede su un trono, talvolta portato da due leoni. Con le rappresentazioni
a noi pervenute avvertiamo chiaramente il grande influsso culturale che l’Egitto ha esercitato dal Nuovo Regno
in Siria e Palestina, le rappresentazioni di Astarte sono fortemente influenzate da quelle della dea egiziana
Hathor. In quasi tutte le rappresentazioni compare la parrucca hathorica che inizia ad essere usata dal Medio
Regno e, già da allora, era conosciuta in Siria settentrionale. Un attributo importante per Astarte divenne quin-
di la corona con le corna di Hathor, la quale è diventata usuale anche nella rappresentazione asiatica; in segui-
foto 3 / Frammento raffigurante la dea Anath / LECLANT J., Astarté a cheval d’après les représentations
Egyptiennes, in Syria 37.