Table of Contents Table of Contents
Previous Page  55 / 136 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 55 / 136 Next Page
Page Background

55

ne particolare, di sicuro Anath possedeva

un tempio a Pi-Ramses, nel quale sono

stati trovati due gruppi di statue della dea

assieme a Ramesse II. Nel primo gruppo

si trova un rilievo, molto rovinato, in cui

però si può riconoscere Ramesse II che

tiene per mano Anath. Entrambi i lati del

rilievo mostrano la stessa iscrizione: “Ra-

messe, amato da Anath”. Il retro contene-

va un discorso di Anath a Ramesse II in

cui lei si designa come suamadre, gli attri-

buisce tutte le terre e lo assiste nella lotta.

Del secondo gruppo fa parte una lastra in

granito nella quale si trova un rilievo di

Anath e Ramesse II a grandezza naturale.

Il re porta il copricapo regale e al di sopra

la corona atef, lui è vestito con un corto

gonnellino e posa le mani sulle ginocchia.

Accanto a lui siede Anath, che indossa

una lunga veste e la corona atef; la dea

posa la mano sinistra sul ginocchio e

quella destra sulla spalla del re. Il retro

della lastra porta un’iscrizione in cui la

dea si proclama madre del faraone, men-

tre sui lati si legge: “Anath, la signora del

cielo, la signora degli dei di Ramesse”.

(foto 1/2) Tramite la celebrazione del suo rapporto di parentela con la dea Ramesse II voleva far intendere che,

succhiando il suo latte materno quand’era bambino, aveva ricevuto anche la forza invincibile della dea; con-

temporaneamente la discendenza da Anath dava al re egiziano il potere anche sulle zone straniere, dalle quali

proveniva la dea. Nel ruolo di protettrice del sovrano Anath è rappresentata su un frammento di rilievo inco-

ronata con la corona atef mentre sta agitando la mazza per proteggere il cartiglio di Ramesse II. (foto 3)

Infine troviamo delle stele donate alla dea, raffigurata sempre in aspetto bellicoso, anche da parte di singole

persone appartenenti al villaggio di Deir el-Medina, le quali chiedono protezione, vita e salute. Altre testimo-

nianze della sua venerazione si trovano in Palestina, in cui vengono ritrovare stele donate da egiziani alla dea

nel suo paese d’origine poiché desse loro un aiuto più efficace.

La dea Astarte

La dea Astarte era un’antica divinità semitica la cui provenienza rimane ancora incerta; poterebbe essere stata

portata in Siria dalle popolazioni semitiche antiche derivata forse dalla dea delle prime dinastie mesopotami-

che Inanna oppure potrebbe anche essere stata una dea indigena dell’antica Siria. Il suo nome ha subito molti

cambiamenti fonetici che sono passati attraverso i vari dialetti semitici; anche il sesso della dea rimane incerto,

era di sesso maschile in Sud Arabia (Athtar), in Etiopia (Astar) ed in Moab (Ashtar) era invece di sesso femmini-

le in Assiria-Babilonia (Ishtar), in Siria (Attar o Atar), in Israele (Ashtoreth) e nelle colonie fenicie.

A Ugarit Astarte è attestata solo raramente con la scrittura: Athtart/Athtartu, poiché nel pantheon ufficiale

dominavano le divinità imparentate di nome Atirtu e Anath. In questa città esisteva la forma maschile della

stessa divinità Athtar che era il dio della stella del mattino. Il significato del nome Athtart/Astarte è sconosciu-

toma esisteva una relazione fra Astarte e la stella del mattino che possiamo definirla anche con Ishtar e Athtar.

Astarte era la dea della fertilità, in particolare nel I millennio a. C. venne equiparata dai greci ad Afrodite. Era la

dea principale di Sidone e di Tiro, città in cui è menzionata di frequente nelle iscrizioni.

In Siria Astarte è raffigurata mentre siede su un trono, talvolta portato da due leoni. Con le rappresentazioni

a noi pervenute avvertiamo chiaramente il grande influsso culturale che l’Egitto ha esercitato dal Nuovo Regno

in Siria e Palestina, le rappresentazioni di Astarte sono fortemente influenzate da quelle della dea egiziana

Hathor. In quasi tutte le rappresentazioni compare la parrucca hathorica che inizia ad essere usata dal Medio

Regno e, già da allora, era conosciuta in Siria settentrionale. Un attributo importante per Astarte divenne quin-

di la corona con le corna di Hathor, la quale è diventata usuale anche nella rappresentazione asiatica; in segui-

foto 3 / Frammento raffigurante la dea Anath / LECLANT J., Astarté a cheval d’après les représentations

Egyptiennes, in Syria 37.