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Paradossalmente il “vero mistero” che si pone di fronte agli egittologi è la ricostruzione delle esperienze quo-
tidiane della maggior parte degli egizi. Soprattutto per quanto riguarda le fasi storiche più antiche, sono raris-
sime le attestazioni riguardanti la religione degli uomini e delle donne comuni, i quali non poterono di certo
permettersi di lasciare un segno indelebile nel tempo attraverso ricche ed elaborate tombe, nonché pregiate
suppellettili in pietra o in costoso legno importato da terre lontane. Persino il cosiddetto “villaggio operaio” di
Deir el-Medina, a discapito del soprannome attribuitogli dagli studiosi moderni, fu in realtà la sede di una ricca
e potente élite formata da artigiani, artisti e scribi altamente specializzati ai quali era affidato il prestigioso com-
pito di realizzare le tombe riservate ai regnanti del Nuovo Regno. Tuttavia, ciò non vuol dire che i dati forniti da
questo eccezionale sito, se opportunamente messi in relazione con altre fonti, non possano fornire un’utile
chiave di lettura per risolvere questo intrigante problema.
L’importanza del culto degli antenati nell’Egitto faraonico
Sul finire dell’Antico Regno è possibile assistere a un fenomeno che, a prima vista, potrebbe apparire come
una radicale innovazione religiosa. Da alcune particolari fonti sembra emergere con forza un nucleo di creden-
ze piuttosto originale, all’interno del quale le divinità tradizionali, già ampiamente presenti nei Testi delle Pira-
midi, risultano avere un ruolo assolutamentemarginale, lasciando, invece, ampio spazio al ruolo degli spiriti dei
morti. Un simile sentire religioso risulta in primo luogo attestato dalle cosiddette lettere ai morti, veri e propri
messaggi destinati ai defunti, attraverso i quali gli egizi cercavano di ottenere l’aiuto dei propri cari deceduti
per superare gravi momenti di
crisi esistenziale, come ma-
lattie e infertilità, ma anche
problemi decisamente più
pragmatici come questioni
economiche o dispute per
spartizioni di eredità. Come ha
evidenziato H. Willems, inoltre,
è possibile individuare anche
alcune formule dei Testi dei
Sarcofagi, definite dallo stu-
dioso “senza mitologia”, nelle
quali le allusioni al variegato
pantheon egizio sono decisa-
mente scarse, se non del tutto
assenti, insistendo, piuttosto,
sui rapporti tra il defunto e i
propri cari ancora in vita, con
particolare accento al legame
tra il capofamiglia deceduto e
il primogenito che dovrà sosti-
tuirlo nel mondo dei vivi.
Questa apparente innovazio-
ne è sicuramente da connet-
tere a importanti mutamenti
sociali, politici ed economici che accompagnarono la progressiva crisi del potere faraonico con le ultime dina-
stie dell’Antico Regno. Si tratta di un complesso processo che comportò la graduale affermazione dei singoli
governatori locali, i cosiddetti nomarchi, fino allo sfaldamento della stessa unità nazionale egiziana in diversi
regni regionali. La stessa datazione delle fonti in questione, ma anche la provenienza della maggior parte
delle lettere ai morti e delle formule dei Testi dei Sarcofagi “senza mitologia” sembrerebbe infatti confermare
una simile interpretazione. Sebbene la pratica di inviare lettere ai propri cari deceduti sia attestata lungo un
ampio arco storico dell’Egitto faraonico – dalla VI dinastia all’Età Tarda
3
– osservando i dati in modo critico è
possibile individuare un nucleo numericamente più ampio e stilisticamente più omogeneo collocabile tra la
fine dell’Antico Regno e la prima metà del Medio Regno
4
.
È significativo, inoltre, che la provenienza dei reperti
3 M. O’DONOGHUE, The “letters to the dead” and ancient Egyptian religion, in BACE X (1999), pp. 87-104. Il documento più antico attualmente noto è la “lettera su lino” conservata al Museo del Cairo, databile alla VI dinastia,
Cfr. H. WILLEMS, The End of Seankhenptah’s Household, JNES 50 (1991), pp. 183-191 ; la lettera più recente è invece un documento scritto in ieratico anormale databile al VII secolo a. C., Cfr. R. JASNOW e G. VITTMANN, An
Abnormal Hieratic Letter to the Dead, in Enchoria 19/20 (1992-93), pp. 23-43.
4 D. CZERWIK, Some Remarks on the Letters to the Dead from the First Intermediate Period, GM 173 (1999), pp. 61-65; M. BOMMAS, Zur Datierung einiger Briefe an die Toten, GM 173, 1999, pp. 53-60.
Tomba di Irynefer TT 290 / Deir el-Medina / ph M. Fisichella