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e pannelli informativi. Al centro visitatori del museo del sito sono stati

esposti i modelli dei templi della città e alcune riproduzioni di statue e

stele, alla fine del museo si trova un bookshop che vende anche pro-

dotti tipici del Fayoum, una caffetteria e un piccolo ristorante.

Chi sta scavando oggi nel Fayum e dove?

Per quanto riguarda lemissioni archeologiche nel Fayumattualmente

una missione dell’Università di Bologna scava a Bakkhias, una

dell’Università di Lecce a Dime-Soknopaiou Nesos e una missione di

Milano-IFAO a Tebtunis. L’Università di Pisa è coinvolta tramite la mia

persona alla direzione scientifica della terza fase di cooperazione a

Medinet Madi.

La rivoluzione egiziana. Lei frequenta l’Egitto da molto tempo e ne ha

potuto osservare i cambiamenti. Gli ultimi anni sono stati densi di

avvenimenti politici importanti che hanno portato all’allontanamento

di ben due leader e alla nascita di un terzo – adesso Presidente della

Repubblica Araba d’Egitto – nel giro di un tempo relativamente breve.

Qual è il suo pensiero su questi eventi? E quali secondo lei le sorti

dell’attività archeologica mondiale in Egitto?

Naturalmente nei tempi immediati che sono seguiti alla rivoluzione

e ai successivi cambiamenti politici nel paese dei Faraoni, l’attività

di scavo è stata sospesa o ripresa solo episodicamente e in certe

zone. Adesso l’equilibrio del paese sembra assicurato e incoraggia a

ben sperare. E’ recentissimo un convegno organizzato dall’Italia e

bilaterale, al Cairo il 23 ottobre scorso, una giornata densa di rela-

zioni da parte dei vari direttori di missioni archeologiche italiane in

Egitto, nella quale la terza sezione era dedicata a The Role of the

Archaeology in Now-a-Days-Egypt. Un buon segnale mi sembra l’u-

scita di una rivista scientifica in Egitto: “Shedt. Journal of the Faculty

of Archaeology” dell’Università del Fayum.

Edda Bresciani tra le colonne della Cappella di Iside