Table of Contents Table of Contents
Previous Page  108 / 136 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 108 / 136 Next Page
Page Background

108

tanto che il vescovo acheruntino si occupò della diocesi materana pur non concedendo a quest’ultima una

chiesa episcopale. Il primo vescovo delle diocesi unite fu Andrea, già arcidiacono della chiesa materana. Egli si

adoperò per il miglioramento della vita spirituale della città attuando iniziative quali un insediamento degli or-

dini mendicanti, di una comunità femminile delle nuove penitenti e ci fu l’istituzione della parrocchia di S. Pietro

in Monterrone. Tuttavia, nonostante l’impegno profuso si macchiò di crimini religiosi quali simonia, nicolaismo

e traffici illeciti e venne condannato.

La cattedrale, luogo di culto cattolico principale della città di Matera, di cui di seguito daremo una sommaria

e non esaustiva descrizione architettonica, è tra le ultime espressioni dell’architettura romanica e si qualifica

come modello ben riuscito grazie a un equilibrio tra i valori estetici di quel periodo. Il periodo di costruzione

va dal 1230 al 1270 cambiando, nel tempo, intitolazione: dall’iniziale Santa Maria di Matera (la consacrazione

risulta da un testamento del 1318) a Santa Maria dell’Episcopio, fino al 1389 in Santa Maria della Bruna. Lo stile

architettonico riprende elementi già presenti in costruzioni precedenti quali la cattedrale di Taranto, quella di

Trani e le chiese dei Santi Nicolò e Cataldo di Lecce. La posizione privilegiata di cui gode la rende visibile da

molti punti del territorio circostante.

Un rosone a 16 raggi, affiancato da quattro colonnine rappresentanti gli evangelisti, domina la faccia-

ta centrale. La figura di San Michele Arcangelo sovrasta detto rosone, sorretto in ortogonale da due figu-

re maschili in tunica e, in basso, un’altra figura che funge da atlante. Per quanto riguarda l’interpretazione

di queste due figure gli studi della massima esperta della cattedrale, Maria Stella Calò Mariani, individua in

queste le maestranze che innalzarono la costruzione o, eventualmente, rappresentanti il ceto contadi-

no. Dal frontone scendono 12 colonnine congiunte con arcatelle simboleggianti i 12 apostoli, sostenute da

telamoni. Al centro della facciata vi è la porta maggiore chiusa da un arco a tutto sesto con la statua del-

la Madonna della Bruna nella lunetta. Ai lati le statue dei Santi Pietro e Paolo, alle estremità della facciata

i Santi Eustachio e Teopista, sua moglie. Il portale ha un motivo ad intreccio che si ricollega alla chiesa di

San Lorenzo in Brindisi. L’esterno ha conservato quasi intatta la sua forma originaria a parte il lato orien-

tale e settentrionale inglobati in altre costruzioni, tra cui le cappelle laterali, il seminario ed altre opere.

Il lato sud, posto su Piazza Duomo, è del tutto simile alla parete absidale della chiesa di San Giovanni Battista,

scandito anch’esso da arcate cieche per cui, data l’omogeneità, si può ipotizzare un’esecuzione in una breve

successione temporale. Sullo stesso lato si aprono due portali e una finestra. Il primo portale è corredato da

due sculture, un monaco acefalo e un altro in meditazione sul libro; il secondo portale, più caratteristico del

primo, è detto “porta dei leoni”per i due leoni scolpiti nella pietra che, accovacciati e reggendo le colonne, lo

fiancheggiano e sono lì collocati a guardia della fede. Sopra la prima porta, detta “Porta di piazza”, vi è una

lunetta e in essa un bassorilievo raffigurante Abramo, padre delle tre religioni monoteistiche Cristianesimo,

Ebraismo e Islamismo, presenti in città nel momento della realizzazione della costruzione. Tra le due porte si

apre una finestra finemente decorata.

Sull’altro lato della cattedrale si apre una porta secondaria, di grande valore storico: sembra che attraverso

essa il conte Giovancarlo Tramontano tentò di mettersi in salvo dalla popolazione materana inferocita che, il

29 dicembre 1514, pose termine ai suoi soprusi, uccidendolo. Il campanile, sul lato posteriore sinistro, risulta

un corpo a sé, staccato dalla struttura principale e, con quest’ultima, in parallelepipedo; è alto 52 m., quattro

piani, di cui tre con bifore e uno, l’ultimo, con monofore. E’ sormontato da una piramide di epoca successiva.

L’interno, a croce latina, è composto da tre navate divise da colonne con la navata centrale che si eleva sulle

ph

materainside.it