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un frammento di rilievo in calcare, proveniente dalla
necropoli di Gizah, acquistato ad un’asta a Parigi
(Foto 6). Il dignitario Nofer, scriba e tesoriere del re,
è qui rappresentato assiso di fronte al tavolo delle
offerte, secondo la tradizione iconografica funebre
egizia. A questo punto lasciatevi sedurre dal fascino
della
Sfinge di Hatscepsut
(1479-1425 a.C.), in granito
nero (Foto 7). L’iscrizione sul petto ricorda l’offerta
di Thutmosi III ad Amon-Ra. I primi studi avevano
riconosciuto nel raffinato ritratto femminile,
Hatscepsut, sorella e reggente del faraone, la cui
identificazione oggi non è più così certa.
La sfinge fu ritrovata nel 1856 durante gli scavi
nell’Iseo Campense a Roma. Ecco ora venirvi incon-
tro il ritratto di Amenhotep I (1525-1504 a.C.), su un
frammento di calcare policromo, con la testa coper-
ta dal caratteristico copricapo (nemes) decorato da
cobra; e a seguire la splendida testa in basalto del
faraone Ramesse II (1279-1212 a.C.), rappresentato
in età giovanile, con il capo cinto dalla corona
dell’Alto Egitto. Non mancate a questo punto di sbir-
ciare all’interno del grande vaso in basalto, usato in
origine come clessidra ad acqua (Foto 8).
Ricomposto da numerosi frammenti, fu rinvenuto
anch’esso a Roma, nell’area dell’Iseo Campense.
Sulle pareti esterne è raffigurato Tolomeo Filadelfo
(III sec. a.C.), mentre compie alcune offerte a varie
divinità. Nelle pareti interne presenta invece le tac-
che per la misurazione del tempo. Passate ora alla
curiosa e preziosa sezione dedicata all’arte sumera
e assira. Qui si va dai chiodi di fondazione di edifici
e dalle tavolette in scrittura cuneiforme del III mil-
lennio a.C., fino ai rilievi provenienti dai palazzi
neo-assiri, databili tra il IX e il VII secolo a.C. Partico-
larmente suggestivo e monumentale è il frammen-
to di lastra di rivestimento, in calcare alabastrino
(Foto 9), che riproduce la figura di un genio alato,
attribuibile al regno di Assurnasirpal II (885-860
a.C.) e proveniente da Nimrud (attuale Iraq).
Mentre la vostra fantasia naviga ormai in mari eso-
tici e mediorientali, e sentite il vento soffiare tra le
palme dei giardini pensili di Babilonia, ecco giunge-
re, inaspettata, a sorprendervi, la prossima sala,
con alcuni manufatti artistici etruschi, tra cui una
Testa femminile
(II sec. a.C.), originariamente posta a
decorazione di una tomba nei pressi di Bolsena (Vt)
e un
cippo funerario
(V sec. a.C.), in pietra fetida, da
Chianciano (Si), con splendida narrazione iconogra-
fica ai lati (Foto 10). Nella stessa sala sono conser-
vate alcune rappresentazioni del dio
Bes
, divinità
minore del pantheon egizio (Foto 11). La sua figura
è un po’ inquietante: un nano mostruoso, con
gambe storte, testa grossa, naso camuso e lingua
penzoloni. Ma non c’è da preoccuparsi, la sua fun‑
zione era apotropaica e propiziatoria. La sala IV è
un raro scrigno di arte cipriota. Sarete irresistibil-
mente attratti da un delizioso e variopinto
Carro da
parata con due personaggi
, realizzato in calcare (Foto
Foto 6
Foto 7
Foto 8