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che caratterizzò i borghi assunse una connotazione più ampia: gli ambienti scavati vennero muniti di facciata e
si creò uno spazio comune intorno alle singole case, il cosiddetto “vicinato”. Erano già presenti tutti gli elementi
di una comunità: neviere, caciolari, ovili e cisterne per la raccolta delle acque piovane. Nel 1663, Matera uscì
dalla Terra d’Otranto e divenne capoluogo della Basilicata; tale titolo le rimase fino al 1806, quando Giuseppe
Bonaparte spostò tutte le competenze a Potenza.
Nel XVIII secolo si ebbe l’espansione della città sul pianoro antistante con nuovi quartieri come quello del
Casalnuovo e la costruzione di alcune chiese Barocche, come quella del Purgatorio. Durante il periodo risor-
gimentale, poiché non vennero mantenute le promesse sulla redistribuzione delle terre, aumentò il malcon-
tento della popolazione nei confronti dei nobili locali, sfociata nell’uccisione del conte Gattini. Nel 1927 Matera
divenne provincia di Basilicata. Nel periodo fascista ci fu un’ulteriore espansione della città sulle colline attorno
ai Sassi, con la costruzione del palazzo della Milizia, della Provincia, del Genio Civile ed altre opere. Il palazzo
della Milizia fu scena, nel 1945 in piena seconda Guerra Mondiale, di un fatto sanguinoso: la città insorse con-
tro i mitragliamenti dei nazisti in ritirata, che, come rappresaglia, fecero esplodere il palazzo causando molte
vittime tra civili e militari. Dopo la guerra Matera assistette ad un periodo di ulteriore espansione. I Sassi furo-
no sgomberati a seguito della legge nazionale voluta da Togliatti e De Gasperi, nuovi quartieri furono costruiti
(serra Venerdì, Lanera, San Giacomo, ect…) dai più famosi architetti del tempo tra cui Ludovico Quaroni, che
progettò il quartiere de La Martella.
La Cattedrale di Matera
Documenti papali, la cui datazione risale intorno all’anno mille, testimoniano l’appartenenza di Matera alla Dio-
cesi di Acerenza. A metà del 1199 Papa Innocenzo III si rivolge al clero materano definendolo ‘’libera ecclesia’’;
l’espressione fa intendere una struttura clericale già organizzata, dalle tendenze autonomiste legate non solo
alle aspirazioni della chiesa locale ma anche all’esistenza di condizioni quali una comunità strutturata in forma
piramidale con a capo i nobili, seguiti dagli uomini liberi che si occupano delle funzioni amministrative e con
alla base la maggior parte della popolazione composta in particolar modo da contadini.
Con una bolla del 1203, date tali condizioni, Papa Innocenzo III provvede ad assegnare alla città la sede vescovi-
le “per necessità ed utilità’’. Possiamo supporre che fosse per “necessità” in quanto si soddisfarono le ambizio-
ni del clero materano e per “utilità” in quanto la presenza vescovile sarebbe stata sorretta dall’agiatezza della
chiesa locale. Nonostante la presenza della sede vescovile rimane un collegamento con la diocesi di Acerenza
Cattedrale / ph
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