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Zenobia: la regina ribelle
Giampiero
Lovelli
aRcheologia
Roma, nella seconda metà del III secolo d.C., doveva opporsi a numerosi nemici. I confini settentrionali
dell’impero erano minacciati dai Goti, che spesso oltrepassavano i confini per fare bottino nei territori roma-
ni, mentre in oriente dopo l’umiliante sconfitta dell’imperatore Valeriano i Persiani ritenevano di poter con-
quistare facilmente le province dell’Impero Romano. Si oppose a questo progetto Palmira, una città di pic-
cole dimensioni nel deserto siriano. Città antichissima, con insediamenti che si possono far risalire al 7000
a.C., in un primo tempo fu annessa all’impero seleucide, diventando pressoché indipendente al termine del
I secolo a.C. (foto n. 1). I Palmireni decisero di voler far parte dell’Impero Romano, e non perché conquistati,
al tempo di Tiberio. Pertanto i Romani avevano posto nella città una guarnigione ed avevano stabilito delle
tasse molto blande, così che Palmira si era notevolmente sviluppata come centro urbano mercantile, com-
merciando con le città portuali della Siria romana e facendo arrivare spezie e sete dall’Arabia, dall’India, dalla
Persia e dalla Cina. Nel III secolo d.C. l’Impero Romano attraversava una grave crisi. L’imperatore Licinio Gal-
lieno cercava con notevoli sforzi di conservare l’unità dell’Impero, consapevole che i Romani da soli non
sarebbero riusciti nell’intento che si erano prefissati, ma che fossero necessari dei validi alleati. Pertanto
Licinio Gallieno nominò Settimio Odenato (re di Palmira) «dux romanorum». Odenato aveva il compito di
foto 1 / Resti della città di Palmira