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zato con l’arma. Su que-
sta stele è evidente che
Reshef è il dio principa-
le, perché davanti a lui il
donatore testimonia la
sua venerazione, mentre
Amon è rappresentato
come signore del tempio.
Per la rappresentazione
di Seth su questa stele,
c’è solo una supposizio-
ne da fare: che Qemabal
appartenesse alla “divi-
sione di Seth” e perciò
considerava Seth come
il suo dio protettore (foto
7). Nel periodo ramessi-
de Reshef si indebolì sor-
prendentemente come
figura bellicosa e le sue
rappresentazioni a ca-
vallo vennero sostituite
quasi completamente da
quella della dea Astarte
che cavalca, mentre il dio
Baal divenne il dio della nuova dinastia ramesside. Al contrario, invece,
troviamo Reshef su molte stele appartenenti a persone di posizione so-
ciale di solito bassa, in cui egli compare con aspetto battagliero poiché
solitamente tiene nella mano sinistra scudo e lancia e con la destra bran-
disce una mazza; in questo modo può venire rappresentato mentre sta
in piedi, mentre cammina o
mentre è seduto. Nonostan-
te il suo aspetto bellicoso, a
cui appartengono le raffi-
gurazioni più antiche, non è
a questa caratteristica che
si rivolgevano gli artigiani
di Menfi, del Delta orienta-
le e di Tebe occidentale, ma
bensì le loro preghiere sono
testimoni della cosiddetta
“devozione personale” e con-
tengono brevi suppliche per
avere vita, salvezza e sim-
bolizzano lo stato psichico e
morale dei donatori al loro
incontro con la divinità.
A testimonianza di ciò ci
sono due stele risalenti alla
XIX dinastia, appartenenti
entrambe a Pashed, membro dell’insediamento di Deir el Medina. Sulla
prima stele la rappresentazione del dio è del tutto usuale; nel registro
superiore Reshef è seduto, porta un corto gonnellino e la corona munita
con una testa di gazzella, con la mano sinistra tiene lo scudo e con la
foto 7 / Disegno della stele proveniente da Kouban, Nubia
foto 8 / Stele dedicata da Pashed al dio Reshef, Deir el Medina