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approfondimento

tre possedevano, attraverso il loro carattere stra-

niero, una forza d’attrazioneper gli egiziani.

Un’altra spiegazione è data dal fatto che il re egi-

ziano durante le s ue spedi zioni si ri volgeva e

quindi si propiziava le divinità del nemico per po-

terlo vincere, poiché, secondo gli egiziani, le divi-

nità nei loro paesi d’origine avevano un potere

straordinario; per lo stesso motivo anche i fun-

zionari statali egiziani ed i soldati in Siria e Pale-

stina si mettevano so tto l a pro tezione del le

divinità della zona in c ui soggiornavano; si può

dunque supporre che, quando questi facevano ri-

torno nella loro patria, fossero soliti continuare a

venerarle.

Le divinità si ro-palestinesi che v enerarono gli

egiziani a partire dalla metà del II millennio a. C.

si svilupparono in precedenz a nel la l oro t erra

d’origine, attraverso delle sovrapposizioni com-

plesse dovute alla mescolanza di vari ceppi semi-

tici; meglio di tutti conosciamo il centro di Ugarit,

nella costa nord siriana, da cui provengono testi

mitologici contemporanei tramite i quali s i ap-

prende che le credenze religiose erano dominate

da due dei che facevano parte di due generazioni

successive.

Alla generazione più vecchia appartenevano gli

dei cosmici: al loro vertice stava El, il creatore

della terra e padre degli dei e degli uomini; una

dea, il cui nome può cambiare da luogo a luogo

gli sta a fianco: a Ugarit viene chiamata Atirat.

Della seconda generazione di dei faceva parte il

dio del tempo atmosferico che donava la fertilità

alla terra attraverso la pioggia, e che contempo-

raneamente ass imilava i l potere vi olento e mi -

naccioso della nat ura dur ante i l t emporale. I

cananei lo chiamavano Haddu/Hadad, l’hurrita

Frammento raffiguranteil dio Reshef a cavallo, prove-

nienteda Sai in Nubia

Stele dedicata al dio Reshef proveniente da Menfi, XIX

dinastia

Ostrakon raffigurante la dea Astarte a cavalo, Deirel

Medina