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approfondimento

cie, in cui gli influssi egiziani si univano a quelli

mesopotamici. Importante ricordare la città co-

stiera di Biblo che possedeva per l’Egitto una po-

sizione di monopolio nel commercio del legname;

da qui partivano navi che andavano verso l’Egitto

cariche di legno di conifera del Libano, usato per

costruzioni di tutti i tipi ed anche per la produ-

zione di navi.

Nella zona del tempio di Biblo sono stati trovati

frammenti di vasi offerti alla “Signora di Biblo”

che recano i nomi di sovrani egiziani; probabil-

mente questi non erano stati donati originaria-

mente al tempio, ma contenevano pr odotti

commerciali egiziani che se rvivano come con-

trovalore per le consegne del legno. La loro do-

nazione al t empio potrebbe essere stata fatta

successivamente da i so vrani di Bi blo, poi ché i

vasi egiziani, lavorati con arte, sono sempre stati

prodotti commerciali molto amati.

Tutti i ritrovamenti di questo periodo devono es-

sere interpretati s olamente come la se mplice

conseguenza di scambi commerciali.

Medio Regno

Nel Medio Regno assistiamo a re lazioni sempre

più strette e frequenti con la Palestina meridio-

nale e con le città della costa fenicia: questi con-

tinui scambi commerciali crearono l’opportunità

ai mercanti e viaggiatori di avere ulteriori scambi

culturali che potrebbero aver favorito l’importa-

zione di credenze religiose egiziane, poiché sem-

pre nel la città di Biblo troviamo la dea Hathor

con l’epiteto di “Signora di Biblo”: unica divinità

egiziana con un luogo di culto asiatico.

Per gli e giziani la “Signora d i Bi blo” era u na

forma locale della dea egiziana Hathor; questa

identificazione cambiò solo successivamente nel

Nuovo Regno, in cui la dea veniva menzionata col

suo nome semitico di Baalat (= Signora). L’unione

delle due dee è testimoniata dal fatto che la “Si-

gnora di Biblo” ve niva r affigurata allo s tesso

modo de lla dea Hathor i n Eg itto, questa somi-

glianza ha influito c ol passare del tempo sul-

l’aspetto che veniva dato alle divinità dell’amore

e della fertilità siro-palestinesi.

Attraverso questi viaggi iniziò a svilupparsi una

conoscenza reciproca e più profonda nell’ambito

religioso: i marinai, i funzionari statali e tutti i

membri dell’equipaggio che facevano parte della

spedizione ebbero modo di fare delle osserva-

zioni sulle divinità e sugli usi religiosi asiatici per

poi ri ferirli una volta tornati in Egitto, introdu-

cendo così culti stranieri nel proprio paese.

La conoscenza si diffuse anche tramite pri gio-

nieri di guerra e schiavi, che erano presenti in

numero significativo sul territorio egiziano du-

rante i l Medio R egno, i quali conservarono le

loro usanze religiose per tutta la loro perma-

nenza in Egitto.

A testimonianza di ciò bisogna tenere in conside-

razione un p apiro ri salente alla f ine del Medio

Regno co ntenente un a l ista d i n ovantacinque

schiavi, molti dei quali asiatici, che vengono elen-

cati nello scritto con il loro nuovo nome egiziano

e l a l oro oc cupazione. D i novantacinque n omi

sono leggibili solo settantasette e basandosi su

questi si riesce a determinare la nazionalità di

ognuno: ventinove nomi appartengono ad egi-

ziani e quarantotto ad asiatici.

Il titolo che precede ogni nome è differente a se-

conda che si tratti di un indigeno o di uno stra-

niero: nel primo caso il te rmine us ato p er g li

egiziani è hem/hemet mentre nel secondo caso

per gli asiatici è aam/aamet, la distinzione sem-

bra essere solo etnica.

Questo p apiro non ci pe rmette di precisare la

provenienza degli asiatici sulla lista ma, essen-

doci molti nomi teofori tramite i quali gli egiziani

acquisirono le prime conoscenze sulle divinità

asiatiche, possiamo affermare che questi nomi

contengano le attestazioni egiziane più antiche

per le divinità siro-palestinesi, il cui culto si af-

fermerà più tardi in Egitto e allo stesso tempo ci

testimoniano il fatto che gli individui che ne por-

Stele raffigurante il redi Biblo Yehawmilk il quale pre-

senta una libagione alla “Signora di Biblo”