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mostre
della visita, arricchisce le giornate con interes-
santi scambi. Se l’ospite sa coltivare un senso
di rispetto per coloro i quali sono da secoli le-
gittimi depositari del territorio, è molto proba-
bile s i d ischiudano p orte di accoglienza ed
intimità. Tra l’altro, per Renier un leitmotiv im-
prescindibile da lla propria r icerca è p roprio i l
mantenere fede ai princ ipi di rispetto, cono-
scenza e valore di tutto ciò che riguarda l ’An-
tico Egitto.
Accogliamo qu indi con gentilezza l’invito che
ci muove Abydos. Un invito imperituro, instan-
cabilmente offerto con la delicatezza delle im-
magini scolp ite all ’interno dei templ i. La soa -
vità dei s orrisi, le s ottili e d a gili dita c he
sfiorano i v olti e d i c orpi de lle f igure rappre-
sentate, gli occhi vivi, che scrutano sornioni gli
ingenui spettatori di scene sacre, perlopiù in-
comprensibili nel loro significato più profondo,
che, immobili, seducono da secoli. Figure che
però reclamano anche s obrietà, rig ore e ri-
spetto. Pretendono un “innamoramento”, una
sorta d i rapimento che va o ltre l’abile segno
tracciato dall’artista. U n d ialogo di “cuore”
come quello che ha stabilito Paolo Renier con
questo incantato luogo, purtroppo minacciato
ogni gio rno di p iù da un annientamento ir re-
versibile dovuto all’inc uria ed all’oblio. Ed è
proprio qui che la “vocazione” di Renier si in-
troduce, nel tentativo di non dimenticare que-
sto luogo, e letto c ome sacro da “ milioni d i
anni”.
CARLA TOMASI