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samarcanda
sviluppo insediamentale che coinvolge la maggior
parte dei tepa della valle del medio corso dello Ze-
ravshan è datato al periodo Ellenistico (IV-III sec.
a.C.), prosegue durante l’epoca Greco-Battriana
e presenta un continuum occupazionale fino alla
conquista araba (VIII sec. d .C.). Non mancano,
anche se più rare, attestazioni del periodo Kushana.
(FOTO3)
Il lavorodi ricognizione ha inizio con la raccolta dei
dati preesistenti che verranno integrati con quelli
nuovi desunti dal lavoro sul campo per andare a
confluire inun archivio digitale unico basato sull’im-
piego del GIS. Grazie a questo tipo di piattaforma
siamo in grado di integraremappe geografiche e to-
pografiche di scale differenti e di correlare a qual-
siasi punto di esse una serie d i i nformazioni ed
attributi fondamentali per la ricerca. Inquesto modo
è possibile creare una banca dati provvista di qual-
siasi tipo di informazione associata ad elementi gra-
fici georeferenziati.
La cartografia presa in considerazione è quella pre-
cedente ai grandi lavori idro-agricoli intrapresi dai
sovietici che portarono ad un parziale sconvolgi-
mento del paesaggio tradizionale e alla perdita di
numerosi siti di interesse archeologico. Si compone
di carte geografiche sovietiche degli anni ‘40 e ‘50,
delle preziosissime immagini Corona -fotografie sa-
tellitari ad alta risoluzione catturate dai satelliti spia
del Dipartimento Americano della Difesa tra il 1960
e il 1972- e delle immagini Landsat. Dopo un’opera-
zione di overlay mapping vengono individuati i siti di
una determinata area da ricognire. (FOTO 5)
Raggiungiamo la steppa a bordo di un damas, ac-
compagnati da un autista e daSurat, un giovane ar-
cheologo dell’Istituto Archeologico. Si impiega
un’ora e mezza buona per raggiungere il cuore
dell’area della ricognizione, seguendo dalla mac-
china il rarefarsi progressivo del tessuto urbano,
la comparsa dei villaggi con le case in terra cruda
e l’appiattimento totale del p aesaggio che con-
fluisce nell’orizzonte infinito della steppa in cui
l’unico riferimento geografico è, a Sud, l’incom-
bente barriera brulla della catena del Karatyube.
Raggiungiamo non senza difficoltà i si ti indivi-
duati precedentemente con l’aiuto di mappe e
GPS. S i i nizia q uindi con un’operazione cosid-
detta di field walking che consiste essenzial-
mente nel camminare in file parallele a distanza
di pochi metri ed effettuare un esame autoptico
dell’area interessata. Durante la survey, è di fon-
damentale importanza l a raccolta d i materiale
superficiale, per lo più ceramica - ma anche vetro
e metallo - che permette di inquadrare il sito in
una forchetta cronologica più o meno ampia in
3.
Panorama del paesaggio archeologico con esempi di
tepa
5.
Esempio di o
verlaymapping
(Bonora et
alii
, 2003,
p.40)
4.
Alcuni frammenti ceramici rinvenuti durante il
field
walking