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il cielo dell’Antico Egitto

Questa scena base, nel tempo, subirà diverse mo-

difiche: dalla XXI dinastia il dio Gheb viene raffi-

gurato r ipiegato su se s tesso seg uendo una

scelta stilistica probabilmente collegata a parti-

colari epiteti del dio:

Gb m Snt

“Gheb in qualità di

circonferenza”, come è chiamato nelle iscrizioni

del tempio di Kom Ombo, sviluppo ultimo di una

concezione della fine d el Nu ovo Regno per la

quale il dio Gheb circonda tutta la terra

2

. Il qua-

dro è a rricchito d all’inserimento delle stelle e

delle costellazioni decanali, utilizzate per il con-

teggio delle ore della notte.

Ad essa si affianca, poi fondendosi, la descrizione

del cielo sotto forma di vacca tra le cui corna sono

spesso racchiuse le stelle o il sole, con sul ventre

dodici stelle, raffiguranti le ore della notte e sotto

di esso il padre Sciu insieme ad altre divinità

3

.

Il Sole

Rappresentazione del mondo conosciuto, quindi,

ma al tempo stesso scenografia de i fenomeni

astronomici. Ra è figlio di Gheb e di Nut; inghiot-

tito dalla madre ad ogni tramonto e partorito ad

ogni alba. Nel suo percorso diurno il sole è aiu-

tato dal

¤iA

(Sia) “la conoscenza”, dal

¡w

(Hu) “il

comando” e dalla

¡kAw

(Heka) “la magia crea-

tiva”. Esso naviga di giorno sopra la sacra barca

manDt

(dal non chiaro significato, forse in rela-

zione c on l ’alba

anDw)

; mentre d i notte sulla

barca

msktt

(dall’egiziano

kkw

“oscurità”).

Anche l’immagine del sole è variegata: all’alba,

appena generato, esso appare come

Khepri

, lo

scarabeo sacro; nel mezzo del giorno era

Ra

; alla

sera e lungo il percorso notturno era

Atum

, in

forma antropomorfa dalla testa di ariete.

La luna

Spesso considerata di secondo p iano l a l una

stessa ha un ruolo importante nel corso della

storia egizia, si pensi al fatto che l’osservazione

del suo moto e delle sue fasi fornì il primo stru-

mento per la misurazione d el tempo: d urata

dell’anno, divisione e durata dei mesi e le loro

suddivisioni ‘settimanali’. Rappresentava l’oc-

chio sinistro di Horus e anche di Ra Harakhty; a

lei erano associate quasi tutte le divinità, dalle

più note, Thoth e Kh onsu, a llo stesso Osiride;

tanto che perfino il suo nome “tecnico”

iaH

di-

viene una personificazione divina. E come per il

sole, il sincretismo egizio portò alla fusione tra

diverse figure divine: a Deir el Medina è docu-

mentato il culto di Khonsu quello di Thoth-Iah.

Il cielo sotto forma di vacca celeste (disegno di Lorenzo

Margiacchi dalla tomba di Tutankhamon)

Il sole come Atum sulla barca della sera msktt (disegno di

Caterina Ulivi dalla tomba di Ramses I)

Rappresentazioni divine dell’astro lunare (disegno di Cate-

rina Ulivi dalla stele di Neferrenpet-Museo egizio di Torino)