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europa
tempio partendo dalle cappelle, si passava at-
traverso la Sala Uabet e la cerimonia si conclu-
deva sulla terrazza, sotto i raggi del Sole.
In questo modo le principali statue divine del
tempio erano trasportate dai sacerdoti; erano
vestite e preparate per la cerimonia probabil-
mente nel vestibolo anteriore alla Sala Uabet,
ed e rano condotte i n processione, co n passo
lento, intonando li tanie, salendo i gradini che
portavano al la terrazza (http:/ /temploded e-
bod.memoriademadrid.es/eng/visitaVirtual_terraza1.html) .
Una volta giunti in questo ambiente, si prati-
cava la cerimonia dell’esposizione delle statue
divine alla luce solare e poi, finiti questi sacr i
atti, le statue tornavano ognuna nella propria
cappella.
Oggi la terrazza è uno degli ambienti maggior-
mente modificati rispetto all’aspetto originario
perché originariamente a cielo aperto, per mo-
tivi di c onservazione è s tata coperta
(http://templodedebod.memoriademadrid.es/eng/visitaVirtual_terraza_entrada.html)
Tornando di nuovo giù al vestibolo si entra nel
mammisi (9).
Il Mammisi
(9)
Dal vestibol o colonnato (2), entr iamo n ell’ul-
timo am biente che venne aggi unto in ep oca
romana, probabilmente durante il principato di
Tiberio (1 4-37 d.C.): si tratta dell’edificio che
rompe la si mmetria ti pica dei santuari egiz i
(http://templodedebod.memoriademadrid.es/eng/visitaVirtual_mammisi.html).
Il mammisi è u na pa rola di de rivazione copta
che s ignifica “l uogo di n ascita”, attr ibuito da
Champollion ai piccoli edifici innalzati in epoca
tolemaica davanti ai piloni.
In questa stanza, denominata nei testi
Pr-Ms
,
si celebravano le cerimonie che evocavano la
nascita del dio Horus. I nfatti, nei templi che
erano abitati da una tri ade, quando la de a
madre si recava a partorire il piccolo dio (il fi -
glio della triade) si riteneva che essa si recasse
nel mammisi. Sembra che il bambino divino ve-
nisse as similato a l faraone e cos ì ogni anno
delle cerimonie particolari ripetevano i misteri
della nascita.
Le pare ti di Debod non hanno tuttavia iscri -
zioni, però possiamo supporre la sua funzione
attraverso le scene presenti sulle pareti di altri
mammisi conosciuti come quello di Edfu, Den-
dera, File, Kom-Ombo e Esna. Così sappiamo di
questo rito che prevedeva l’unione del dio con
la dea, la plasmazione del bambino reale, il ri -
conoscimento del figlio da suo padre, l'allatta-
mento al seno e l’investitura del dio-figlio.
Sicuramente il mito del mammisi di Debod era
collegato con l’”Horus figlio di Osiride”, sotto
la forma di Petensenis, “il Faraone di Big a”, il
culto del quale è presente nei rilievi della Cap-
pella di Adikhalamani e nei templi d i Dakka e
Philae.
Nella parete ovest è presente un buco che può
essere stato destinato ad un’immagine divina
collegata a llo s volgimento de lle ce rimon ie
della “nascita divina”, mentre nella parete sud
vi è un’apertura che permetteva l ’ingresso di
un raggio di luce in modo d a creare una l eg-
gera penombra all’int erno della totale oscu-
rità, c reando così l’atmosfera adeguata a l
mistero della nascita.
LA FACCIATA POSTERIORE
Qui si p uò vedere l’unico rilievo esistente
esterno, ma molto deteriorato, che raffigura gli
dei Amon di Debod e il dio leone Mahesa, guar-
diano dei luoghi sacri.
FRANCESCA PONTANI
laureata con lode in Egittologia presso l’Università
di Roma La Sapienza, ha partecipato a numerose
campagne di scavo archeologico in Italia e in Asia
Minore.
Collabora con Associazioni ed Istituti finalizzati
alla promozione del patrimonio storico ed archeo-
logico nazionale.
Svolge la professione di redattrice e corretrice di
bozze presso un portale di promozione turistica e
culturale del territorio italiano.