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samarcanda

negozi di souvenir e dal grande parco che fa da

trait d’union tra la piazza e lo sfarzoso mausoleo

di Tamerlano. “Per realizzare quel parco hanno

dovuto demolire la fabbrica di vodka più famosa

di Samarcanda” ci dice Begzod con un velo di tri-

stezza negli occhi. Osserviamo in silenzio l’archi-

tettura dell a pi azza, i tre grandi pishtaq dell e

madraseh con lepareti leggermente oblique, i co-

loratissimi mosaici di mattonelle smaltate, densi

di arabeschi, rappresentazioni simboliche ed in-

vocazioni. Il nome di Dio scritto in cufico sulle pa-

reti delle grandi scuole coraniche, le cupole e le

moschee abbaglianti di colori sono le uniche eco

di un Islam quasi del tutto scomparso. A Samar-

canda non si vedono donne velate, non si sente la

cantilena metallica dei muezzin dagli altoparlanti

e le moschee sono quasi soltanto attrazioni turi-

stiche. Dal Rejistan, per un belviale alberato e la-

stricato di r ecente, si arr iva al luogo di

manifestazione più verace della società uzbeka: il

bazaar. Il Siab -questo il suo nome- è il più impor-

tante della città: qui venditori di frutta secca ci

porgono ogni ben di dio da assaggiare e dei pa-

stori della steppa ci offrono rimedi per ogni male

a pochi sum . Appoggiati ad una balaustra, re-

stiamo ipno tizzati dal l’intenso brulicare s otto-

stante. “Un antico proverbio orientale dice che ci

sono tre cose che non ci si stanca mai di guar-

dare: l’acqua, il fuoco e il bazar” ci insegna Beg-

zod. (FOTO 2)

La ricognizione

L’obiettivo principale del progetto archeologico

congiunto tra l’Università di Bologna e l’Accade-

mia delle scienze dell’Uzbekistan è, dal 2001, la

redazione di una mappa archeologica di Samar-

canda e del suo territorio. In dodici anni di ricerca

gli archeologi italiani e uz beki hanno messo a

punto un sistema avanzato di mappatura e cata-

logazione dei siti r ilevati at traverso l a ri cogni-

zione sul campo e l ’apertura di alcuni saggi di

scavo stratigrafico. L’area interessata dalle ricer-

che è l a valle del medio Zeravshan, fiume che

nasce dalla catena del Tian Shan, in Tajikistan, e

che si rivelò determinante per lo sviluppo storico

della regione di Samarcanda. Fin dai tempi anti-

chi -quanto antichi è uno dei quesiti cui stanno

cercando di rispondere gli archeologi e i geologi

impegnati sul campo- quest’area venne infatti in-

teressata da un sistema complesso e articolato

di canalizzazioni che estese la superficie di terre

coltivabili e favorì il popolamento della zona. Una

storia di imponenti lavori artificiali atti a rendere

ospitali luoghi per natura aridi e ostili -basti con-

siderare le immensità desertiche della steppa di

oggi- che avvicina in un certo modo il destino di

quest’area a quello dell’antica Mesopotamia: pro-

prio col nome di mesopotamia vengono i nfatti

chiamate le oasi fertili che emergono in mezzo

all’articolata rete idrica che si sviluppa grazie allo

Zeravshan e ai suoi due imponenti canali princi-

pali: il Bulungur, a Nord, ed il Dargom, a Sud.

Il limite meridionale, orientale e settentrionale

dell’area èmarcato da una serie di montagne che

raggiungono i 2500 m di altezza e da cui na-

scono i saj, torrenti naturali che scendono a valle

arricchendo il profilo idrografico del territorio. In

questo paesaggio, fortemente modificato dagl i

imponenti lavori di riqualificazione della rete dei

canali e delle aree agricole intrapresi sistematica-

mente durante il periodo sovietico con culmine

tra gli anni ‘60 e ‘70, i resti degli antichi siti si pre-

sentano sotto forma di picco le colline artif iciali

in terra cruda che interrompono la piatta mono-

tonia del paesaggio. In Asia Centrale e nei terri-

tori iranici tali evidenze prendono il nome di tepa.

I tepa sono parte integrante del paesaggio di Sa-

marcanda e c ontadini e pastori s ono ben co -

scienti del loro valore s torico e archeologico.

Spesso sono proprio loro ad informarci della pre-

senza in una determinata ar ea di un s ito di -

strutto, non solo in epoca sovietica ma anche di

recente, da qualche parente per costruire una

casa o per estendere i terreni coltivabili. Il primo

2.

Veduta del

Siab

, bazaar principale di Samarcanda