

statue collassate, tra le quali è d’obbligo ricordare la
famosa «dea di Butrinto» (in realtà una statua di
Apollo su cui fu rimontata, erroneamente, una testa
femminile). La cosiddetta dea di Butrinto è uno dei
pezzi più significativi delle raccolte del Museo Ti-
rana, dove ha fatto ritorno dopo una complessa trat-
tativa con il governo italiano conclusasi negli anni
Ottanta.
Il nucleo più anticodella città greco-romana sorge al
vertice di un promontorio dove, già a partire dal VII
sec a.C., la tribù illirica dei Presabi aveva costruito
una cittadella fortificata con mura ciclopiche. Nel V
sec. la città si espanse sul versante meridionale della
collina e fu protet a da un nuovo circuito dimura.
Entrando in città da sud, una porta rafforzata da un
cortile interno conduce nell’area del santuario di
Asclepio; il tempio sorge in prossimità diuna risor-
giva naturale e, comedimostrano le favissae votive,
fu frequentato per secoli dai pellegrini che vi con-
vergevano per rimettere la propria guarigione alla
benevolenza del dio della medicina.
Il teatro costituiva una dependance insostituibile
dell’adiacente santuario, dal momento che era uti-
lizzato per la messa in scenadelle sacre rappresen-
tazioni; costr uito ap poggiando le g radinate alla
retrostante collina, poteva contenere sino a 2500
spettatori.
In età romana (tra il 16 e il 13 a.C.) la via processio-
nale venne invasa da un complesso termale; Gneo
Domizio Enobarbo (il padre di Nerone), dopo aver
fatto abbattere alcune vecchie costruzioni, finan-
ziò la costruzione di una piazza del foro su cui si
affacciava il consueto tempio dedicato alla Triade
Capitolina.
Ugolini ripulì anche le murature ciclopiche volte
verso il lago dove si trovano due porte monumen-
tali, la Porta dei Leoni e la Porta Scea (quest’ultima
manomessa nel Medioevo) in cui si volle ricono-
scere quella citata da Virgilio. Nel terzo libro del-
l’Eneide, infatti, s i legge c he En ea sbar cato a
Butrinto, attraversa una porta monumentale per
salire al pal azzo, situato sull’acropoli; e nel p a-
lazzo, dopo aver riabbracciato con commozione al-
cuni compagni che pensava dispersi, scopre con
grande sorpresa che la città è governata dal figlio
di Priamo, Eleno. L’Eneide riporta che il giovanetto,
fatto schiavo da Neottolemo, alla morte di q ue-
st’ultimo si era emancipato, convolando a nozze
con la sfortunata Andromaca.
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speciale albania
Emiciclo del teatro di Butrinto
Planimetria dell’area sacra del tempio di Asclepio con
adiacente teatro