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si stava modernizzando, iniziando a conoscere
questa struttura che, essendo in un vecchio
edificio, ha presentato da subito numerose
problematiche.
“Si è quindi iniziato a ragionare su una inno-
vazione di tipo estetico, per poter meglio
esporre i reperti. Naturalmente le precedenti
esperienze museali della direttrice ci hanno
aiutato a capire quali fossero le sue aspetta-
tive e come realizzarle. La dr.ssa Vassilika ha
subito espresso la sua preferenza per il plexi-
glass che è un materiale ben conosciuto, ma
prevalentemente in campo industriale, mentre
a livello artigianale è poco utilizzato. Sono
stati quindi realizzati i primi supporti grazie
alla gentile collaborazione della Direttrice e
abbiamo acquistato le prime lastre di questo
materiale. Osservando al lavoro una persona
che conosceva la Direttrice ho iniziato a car-
pirne i segreti; ho imparato a tagliarlo, levi-
garlo e soprattutto a lavorarlo per poterlo
modellare in base alle esigenze di ciascun re-
perto. E ogni reperto necessita di un’attenzione
particolare, che varia a seconda del materiale
con cui è stato realizzato. I reperti in metallo
ad esempio – a causa del processo di ossida-
zione in corso da molti secoli – sono molto de-
licati, rispetto al legno, e quindi abbiamo
imparato a porci in modo diverso, scegliendo
di volta in volta il modus operandi migliore”.
EM: So che alcuni oggetti sono stati difficili
da “trattare” dato che erano strettamente
ancorati ai vecchi supporti con colle o plasti-
line difficilmente separabili, come vi siete
comportati?
Biagio ci tiene a precisare che il loro ruolo non
è quello di restaurare i reperti, compito che
spetta agli specialisti del Museo.
“Ci sono esperti che hanno questo ruolo; noi
interveniamo in un secondo tempo, quando il
problema del distacco dal vecchio piedestallo
è stato già effettuato, senza mai operare diret-
s p e c i a l e m u s e o e g i z i o d i t o r i n o