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ware permetterà con relativa facilità di rag-
giungere questo obiettivo.
Una gran parte del lavoro è stato svolta il lu-
nedì (giorno di chiusura del Museo n.d.r.) du-
rante il quale sono state controllate e riviste le
informazioni già in nostro possesso confron-
tandole direttamente con i reperti e molti og-
getti sono stati studiati, fotografati ed
eventualmente rimontati su nuovi supporti.
EM: Quindi tutti i reperti hanno la loro foto-
grafia?
Diciamo… quasi tutti, ben più del 90%. Pre-
metto però che non tutte le fotografie sono
all’altezza di una pubblicazione: talvolta infatti
abbiamo preferito scattare noi delle foto,
anche se non di altissima qualità, piuttosto che
lasciare il reperto senza alcuna immagine di ri-
ferimento.
EM: Durante la messa on line avete riscoperto
reperti conservati nei magazzini che per la
loro bellezza sono stati “promossi” e quindi
degni di essere esposti?
Chiaramente ci sono reperti che nel prossimo
allestimento museale dovranno essere esposti;
le faccio un esempio pratico a mio parere molto
significativo: il mio collega, il dr. Edoardo Guz-
zon, sta concludendo lo studio di tutti i sarco-
fagi del terzo periodo intermedio; è un lavoro
notevole! È previsto che molti, se non tutti, i
sarcofagi verranno esposti in una sala del fu-
turo museo. Grazie alle ricerche del dr. Guzzon
si è potuto ricostruire l’intero albero genealo-
gico di una famiglia di sacerdoti che aveva un
titolo particolare e sino ad ora sconosciuto e ci
sarà possibile rispettare tale genealogia anche
nell’esposizione dei reperti: nonno, padre e fi-
glio disposti uno accanto all’altro! Ecco quindi
che un corpus come questo, di tale importanza
e bellezza, avrà il suo spazio adeguato.
EM: Quando avete deciso di mettere la colle-
zione in rete avete avuto un modello al quale
vi siete ispirati?
Ovviamente, una volta deciso di compiere un
s p e c i a l e m u s e o e g i z i o d i t o r i n o