I furti nelle tombe
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Alberto ELLI
“
Disse: «Andai alle tombe dell’Occidente di Tebe insieme con i ladri che erano con me
alle tombe dell’Occidente di Tebe. Portammo via l’argento e l’oro che eravamo soliti
trovare nelle tombe e il vaso delle offerte che eravamo soliti trovarvi. Avendo preso in
mano nostra i miei scalpelli di rame, è con gli scalpelli di rame che avevamo in mano che
aprimmo i sarcofagi esterni. E portammo via i cofani interni ricoperti d’oro, li facemmo
a pezzi e vi demmo fuoco, di notte, all’interno delle tombe. E rimovemmo l’oro e
l’argento che vi trovammo, lo prendemmo e lo dividemmo tra di noi. Ora, io andai
nuovamente alle tombe con il cavapietre Hapyur, figlio di Merenptah, e il cavapietre
Hapyaa; (con) me, in totale tre. Andammo alla tomba di Amonkhau, un custode del
Tesoro e porta stendardo del Tempio di Amon. Scendemmo nella sua camera sepolcrale
(?) e trovammo un sarcofago esterno in pietra di Khenu
(Gebel el-Silsilah)
nella sua
camera sepolcrale; lo aprimmo, sbendammo la sua mummia e la lasciammo là nella
tomba. Portammo via il suo cofano interno e il suo sarcofago e strappammo via il suo
oro».
(BM10054 Rt 2.8-2.16).
Tra i furti confessati da Amonpanefer vi è inclusa la completa spoliazione della tomba di Tjanefer, che
era stato terzo profeta di Amon sotto Ramesse II, situata sulla collina di Dra Abu l-Naga
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; si parla anche
della depredazione di un’altra tomba, della quale non viene però fornito il nome del possessore,
probabilmente perché non conosciuto. Questi furti erano avvenuti nell’anno XIII di Ramesse IX.
“
Anno di regno 16, terzo mese della stagione dell’Inondazione, giorno 14
[sic, leggi 19]
.
L’interrogatorio dei ladri che si era trovato aver depredato le tombe dell’Occidente di
Tebe e che furono interrogati […]. Fu condotto il cavapietre Amonpanefer, figlio di
Onurisnakht, la cui madre è Mery di Kush. Fu interrogato battendo(lo) col bastone; (poi)
i suoi piedi e le sue mani furono torti. Disse: «Io andai oltre (?) la fortezza
dell’Occidente di Tebe, secondo la mia abitudine, come al solito, nell’anno 13 del
Faraone, tre anni fa, essendo io insieme con il cavapietre Hapyur, il contadino
Amonemheb, l’artigiano Sethnakht, l’artigiano Iirenamon del sovrintendente dei
cacciatori di Amon, il tagliapietre Hapyaa, il libatore Kaemuase della cappella del re
Menkheperura (v.p.s.); (in) totale: 7 uomini. Noi forzammo le tombe dell’Occidente di
Tebe, portando via i loro cofani interni che vi erano e strappando via il loro oro e il loro
argento che vi era. Noi lo rubammo e io lo divisi tra me e i miei compagni. [...]
Noi ... andammo alla tomba di Tjanefer, che era stato terzo profeta di Amon. La
aprimmo, portammo fuori i suoi cofani interni, prendemmo la sua mummia e la gettammo
là, in un angolo nella sua tomba. Portammo i suoi cofani interni a questa barca insieme
con le altre cose, all’isola di Amenope, e di notte vi demmo fuoco. Rimovemmo l’oro che
vi trovammo, toccando ad ognuno 4 qite d’oro
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[...]. Andammo un’altra volta al
quartiere di Nefertari (v.p.s.)
[moglie di Ahmose I, molto venerata presso i lavoratori
della necropoli tebana]
ed entrammo in una tomba; la aprimmo, portammo fuori da essa
un cofano interno, ricoperto fino al suo collo con oro e lo strappammo via con uno
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Conosciuta come TT158 (A.H. G
ARDINER
, A.E.P. W
EIGALL
,
A Topographical Catalogue
, pp. 30-31; K.C. S
EELE
,
The Tomb of Tjanefer
).
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Probabilmente, il corpo di Tjanefer venne recuperato dall’angolo in cui era stato abbandonato dai ladri, riavvolto in
bende e sepolto in nuovi cofani, per sostituire quelli che erano stati bruciati, posti in un sarcofago in pietra. La tomba
venne nuovamente sigillata e il culto del defunto potè così proseguire; ma per breve tempo, perché la tomba fu
depredata una seconda volta e privata del suo nuovo corredo funerario. Nella camera tombale ancora rimane il
sarcofago in granito, con il coperchio spostato dal secondo gruppo di ladri che penetrò nella tomba (K.C. S
EELE
,
The
Tomb of Tjanefer
, p. 1; su Tjanefer e la sua famiglia, vedi
Ibidem
, pp. 5-10).