

I furti nelle tombe
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Alberto ELLI
,
HAty-a n imntt Niwt Hry mDAyw PA-wr-aA n pA xr aA Sps “
Pauraa, sindaco di
Tebe ovest e capo dei poliziotti della grande e nobile Tomba
”) e questa gli sembrava l’occasione favorevole
per sistemare conti in sospeso. Pauraa, infatti, ricopriva anche la carica di capo della polizia della necropoli
ed era quindi direttamente responsabile della protezione e della sicurezza delle tombe. Comunque siano
andate le cose, è certo che Paser diede il primo impulso alle indagini, condotte con energia tra il 18 e il 22
del terzo mese dell’inondazione dell’anno 16 di Ramesse IX; fu lui che dichiarò che la tomba di Amenhotep
I era stata violata – accusa molto grave, in quanto Amenhotep I era il protettore della Necropoli stessa - e fu
ancora lui che accusò il fabbro
Paykhor e i suoi due complici di aver compiuto furti
nella Valle delle Regine, come, senza dubbio, fu sempre lui che accusò lo scalpellino
Amonpanefer di aver violato la tomba di Sobekemsaf II (1594-1585), un faraone della metà della XVII
dinastia
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. Più tardi portò altre gravi accuse. Paser era
ex officio
membro del Grande Tribunale, che si riuniva
in diverse luoghi del complesso di Karnak, ma evidentemente non godeva del favore e della simpatia dei suoi
colleghi: il vizir
Khaemuase
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, i coppieri reali
Nesamon e
Neferkaraemperamon, il gran sacerdote Amenhotep, e anche rappresentanti
dell’esercito e della marina, e il 2° profeta di Amon. Sembra che tutti questi dignitari non approvassero le
accuse lanciate contro l’amministrazione di Pauraa. È probabilmente per salvare Pauraa che sia in Abb 1.7-8
che in LeAm 1.3-5 si affermi come egli e i suoi ufficiali subordinati avessero fornito le informazioni in base
alle quali il Gran Tribunale aveva proceduto a investigare.
Il primo passo assunto dai magistrati “
l’anno di regno 16, terzo mese dell’Inondazione, giorno 18
”, fu di
inviare una commissione a visitare tutte le tombe che si sospettava fossero state depredate. Il vizir
Khaemuase, il coppiere reale Nesamon, il maggiordomo della Casa della Divina Adoratrice e il coppiere
reale Neferkaraemperamon inviarono una commissione, definita i “
controllori
(
rwdw
)
della grande e nobile
necropoli
”, costituita dallo stesso Pauraa, che la cappeggiava, dai suoi ufficiali della polizia subordinati, da
alcuni sacerdoti del tempio di Medinet Habu e dai segretari privati di Nesamon e di Neferkaraemperamon.
La commissione stese un rapporto sommario, che ci trasmette una lista di dieci tombe reali controllate,
seguita da una concisa descrizione della loro condizione, con osservazioni chiaramente raccolte dagli scribi
sul luogo stesso. Delle dieci tombe, due sono dell’XI dinastia (di Antef II e di Montuhotep I), sette della
XVII (Antef V; S
xm-Ra Wp-mAat
, probabilmente fratello e successore di Antef V
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; Sobekemsaf II; Tao I;
Tao II; Kamose;
IaH-ms
S
A-pA-ir
- si tratta del Figlio del Re Ahmose, detto Sapair, l’erede di Amenhotep I,
che morì in giovane età), e una della XVIII (Amenhotep I).
Tranne la prima, quella di Amenhotep I, ognuna di queste tombe è chiamata
pA mr
,
propriamente “la piramide”; ci si riferisce, probabilmente, a una piccola sovrastruttura piramidale che
segnava il luogo della tomba.
24
Nsw S
xm-Ra
Š
d-tAwy sA Ra
S
bk-m-
sA.f
(cfr. Abb 3.1, 6.3; LeAm 2.6). I papiri citano anche la moglie, la regina
Nbw-xaa.s
, sepolta presso il marito (Abb
3.4-5, 6.3; LeAm 3.10). Vedi A. S
P
., LÄ V, coll. 1034-1036, s.v.
Sobekemsaf II
.
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Propriamente vizir dell’Alto Egitto tra il 16° anno di regno di Ramesse IX e il 3° di Ramesse X. Stando all’iscrizione
di un gruppo statuario conservato ad Aix en-Provence, terminò probabilmente la sua carriera come Gran Sacerdote di
Ptah di Menfi (W.H., LÄ I, coll. 898-899, s.v.
Chaemwese
; A. Thijs, Reconsidering the end of the twentieth dynasty,
part VII: The history of the viziers and the politics of Menmare, GM 184, 2001, pp. 65-73, in particolare pp. 66-67).
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Chiamato anche Antef VI.