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Arsinoe
La città, nota in tutta l’epoca dinastica col nome
di Shedet, fu fondata nell’Antico Regno e conti-
nuò ad essere capoluogo del nomo del Fayyum
anche in epoca tolemaica col nome di Krokodilo-
polis prima e di Ptolemais Euergetis poi. A partire
dall’epoca romana e bizantina fu chiamata anche
Arsinoe. Krokodilopolis era sede del tempio del
dio Sobek, fondato all’inizio della XII Dinastia,
come dimostrerebbe un monumento raffiguran-
te Amenemhat I (1991-1962 a.C.), ed inserito in un
grande temenos più volte ricostruito nell’epoca
ramesside, durante la XXVI Dinastia, e in epoca
tolemaica. Ancora poco è noto dell’impianto ur-
bano della città e incerta è anche l’esatta colloca-
zione del grande tempio di Sobek della XII Dina-
stia. Notevoli le testine di terracotta di figurine
rappresentanti personaggiomaschile, figure divi-
ne (Arpocrate?), un faraone con nemes; giare e
brocche miniaturistiche; un’anfora con scritta in
greco dipinta di nero sulla spalla; coppe e piattini;
elementi di bronzo: campanelle; catena con gan-
cio.
Antinoe
Ad Antinoe l’attività archeologica tra gli anni ses-
santa e ottanta si occupò prevalentemente
dell’area urbana e della necropoli meridionale,
portando al recupero di un gran numero di og-
getti della cultura materiale. Il museo ne possie-
de un’ampia campionatura che comprende pro-
duzioni in terra sigillata romana e d’imitazione;
ceramiche locali di uso domestico e funerario;
lucerne di produzione locale. Vi è un ricco repertorio di coroplastica for-
mato da figurine in terracotta antropomorfe e zoomorfe di epoca bizan-
tina; numerosi frammenti di ceramica copta dipinta (III-VII secolo d.C.)
(foto 12) con motivi ornamentali e figurati, anfore vinarie, giare di grandi
dimensioni, talvolta usate come sarcofagi; oggetti di uso personale (pet-
tini, monili, sandali, stoffe) e domestico (aghi, manici lignei intagliati, pedi-
ne da gioco, campanellini, intarsi in legno, osso e bronzo destinati all’ar-
redo).
Antinoe ha fornito anche documenti relativi ad un uso molto antico del
sito, molto prima della rifondazione romana della città ad opera dell’im-
peratore Adriano nel II secolo d.C.. Infatti adiacente ai resti del tempio
ramesside è stata scoperta una piccola necropoli protodinastica (3000-
2700 a.C.): vasi tubolari dipinti con decorazioni ondulate a rilievo, grandi
giare ovoidali, coppe e piattini, palette per belletto a forma di scudo, qua-
drangolari e a forma di gazzella.
Ma gli scavi hanno restituito anche un ricchissimo repertorio di oggetti
non ceramici, che ben riflette il carattere cosmopolita di questa città pie-
namente inserita nelle rotte commerciali che raggiungevano l’Africa cen-
trale, l’India, l’Arabia e la Siria.
Tra questi si annoverano monete, fregi in legno, osso e bronzo, utensili e
Foto 10 / sarcofago con figurazione dipinta magico-mostruosa. Personaggi del mondo
dell’Aldilà che vegliano sul corpo del defunto / Legno di tasso (Taxus baccata L.) / Tebe XXV
Dinastia (780-656 a.C.) / © Francesca Pontani
Foto 9 / testa frammentaria di faraone con nemes e ureo /Quarzite / XII Dinastia
(1976-1794 a.C.) / © Francesca Pontani