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Molto interessanti le vetrine su Arslantepe (Malatya)
con le riproduzioni delle sue famose cretule (foto 1),
che costituivano una sorta di archivio e hanno offer-
to una straordinaria quantità di informazioni sul si-
stema amministrativo in uso e sull’arte dell’incisione
dei sigilli alla fine del IV millennio a.C.
(http://w3.uniro- ma1.it /arslantepe/index.php/it /tardo-calcolitico- 4200-3000-ac/vi-a-3350-3000-ac)
.
In questo articolo l’attenzione è soprattutto rivolta
alla sezione del museo dedicata all’Egitto e Sudan.
EGITTO
Mercato antiquario e donazioni
Oltre ai materiali scoperti nel corso degli scavi, la rac-
colta egizia del museo espone una serie di oggetti di
provenienza antiquaria, che vanno dall’epoca Proto-
dinastica all’epoca Copta e comprendono stele, sta-
tue, ushabti, scarabei e un sarcofago ligneo.
Al periodo Protodinastico risale la coppa di Ho-
tepsekhemui (foto 5); alla fine dell’Antico Regno ap-
partengono una statuetta lignea dipinta raffigurante
un personaggio maschile stante; di poco posteriori
sono le due stele in calcare, una proveniente dall’a-
rea tebana e l’altra appartenente ad un falegname
da Akhmim (foto 11). Tra gli oggetti databili al Nuovo
Regno una stele in calcare e due statue in granito.
Una di queste raffigura un personaggio vissuto a
Crocodilopolis nel Fayyum all’epoca di Hatshepsut,
l’altra ritrae Bakenkhonsu, Gran Sacerdote di Ammo-
ne all’epoca di Ramesse III. Tra i frammenti statuari
quello appartenente ad una statua cubo del Nuovo
Regno (foto 8).
In particolare, poi, due sono le opere di grande valore, purtroppo in stato
frammentario: una testa in quarzite di un faraone della XII Dinastia (1991-
1802 a.C.) (foto 9), del quale si intravedono gli occhi, le orecchie e il volto
scheggiato di una statua lignea di un faraone della XVIII Dinastia (1550-
1292 a.C.) (foto 6). Sono datate alla fine della XXV dinastia le due fiancate
di sarcofago in legno di tasso, decorate con una sfilata demoniaca dipin-
ta in verde, proveniente dall’area di Tebe (foto 10).
L’epoca tarda e tolemaica sono testimoniate da una statuetta della dea
ippopotamo Toeris (‘la grande’) nell’atto di allattare un bambino: il muso
della dea è mancante, sulla testa vi è un foro, probabilmente per la coro-
na. Molto bello è poi il trono di calcare decorato con leoni e sfingi, e il
frammento in faience di statuina in trono su podio a gradini.
Sono inoltre presenti scarabei iscritti e una rara raffigurazione di Ammo-
ne aniconico sulla portantina. Numerosi i calchi da originali famosi, come
la sfinge thutmoside del Museo Barracco e il busto della regina Tuya nei
Musei Vaticani. Estremamente interessanti i rilievi egizi quali: la Stele di
calcare di un falegname con iscrizione geroglifica, da Akhmim, datata al
Primo Periodo Intermedio (2181-2060 a.C.) (foto 11); il Decreto datato al
95-57 a.C.: qui lo schema figurativo comprende il disco solare avvolto da
due urei; nel sottostante registro due immagini affrontate di coccodrillo
Foto 6 / volto frammentario di Faraone (?), legno di tamerice (XVIII dinastia)
© Francesca Pontani
Foto 5/ il piatto di Hotepsekhemui, primo faraone della II Dinastia (2850 a.C.).
© Francesca Pontani