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nastica, caratterizzate da corredi funerari tipici della

cultura del Gruppo A (IV millennio a.C.). Le forme va-

scolari (coppe, piatti, vasi ovoidali) che richiamano

quelle del tardo predinastico egiziano, sono realizza-

te in ceramica rossa lucidata all’esterno e dipinta in

nero all’interno. Giara miniaturistica, anse a rocchet-

to, fondo piatto, con decorazione dipinta in rosso vio-

laceo su fondo bianco raffigurante due barche e due

cespugli in forma di ventaglio (foto 14). Gli scavi della

Sapienza del 1964, diretti da Sergio Donadoni, furo-

no principalmente dedicati all’esplorazione e al rilievo

delle chiese risalenti all’VIII e IX secolo d.C. e alla docu-

mentazione del resto dell’abitato. Nel sito sono state

riconosciute tre fasi principali: una antico-cristiana

(VII-IX secolo d.C.), una cristiana (IX-XI secolo d.C.) ed

una islamica (XII secolo d.C.). La forte concentrazione

di chiese (otto) lascia supporre che Tamit sia stata un

importante centro religioso, meta di pellegrinaggi.

SUDAN

Sonqi Tino

Alla Nubia Sudanese appartiene il sito di Sonqi Tino,

che si trova a circa 150 kma sud della frontiera egizia-

na. Negli anni sessanta, rispondendo all’appello

dell’Unesco, l’Università di Roma vi condusse degli

scavi raccogliendo un’ampia documentazione in par-

ticolare sulla chiesa, databile alla fine del I millennio

d.C.. Da queste campagne pervenne al Museo del

Vicino Oriente una straordinaria serie di pitture di ca-

rattere sacro con figurazioni ispirate al Vecchio e al

Nuovo Testamento e di oggetti liturgici come calici da

messa, piattini, incensieri a rocchetto. Ma sicuramen-

te i reperti più belli e interessanti che meritano di es-

sere visti sono i rilievi e gli affreschi: il rilievo in pietra

tufacea con leone e canide retrospicienti, qui lo sfon-

do è a motivi floreali e geometrici con la cornice infe-

riore con fiori di loto e ovuli (X secolo d.C.); il rilevo in pietra tufacea con volatili retrospicienti

e motivi floreali sullo sfondo (X secolo d.C.); il rilievo in pietra calcarea con figura umana su

testa di drago e motivi floreali embricati (X secolo d.C.) (foto 15); il rilievo in pietra calcarea con

figura di santo (Michele?) e sfondo a motivo floreale (X secolo d.C.). L’affresco della Vergine

Maria con Gesù Bambino raffigurati su un motivo stilizzato di montagna (X secolo d.C.).

Napata

Le attività archeologiche condotte al Gebel Barkal, l’antica Napata, tra gli anni settanta e no-

vanta, hanno messo in luce edifici templari e palatini risalenti all’epoca meroitica (III secolo

a.C. - III secolo d.C.). La civiltà di Meroe, profondamente legata culturalmente all’Egitto farao-

nico, mostra allo stesso tempo influenze culturali lontane, provenienti dal mondo persiano

ed ellenistico-romano, reinterpretate, però, in chiave africana. L’arte di Meroe è contraddi-

stinta da nuovi temi e da uno stile figurativo accentuato, che si manifesta nell’oreficeria, nella

pittura e anche nella raffinata ceramica decorata. Nell’ambito religioso, accanto ai culti egizi

di Amon, Iside e Osiride, erano molto adorate divinità locali, come il dio-leone Apedemak.

Negli ultimi decenni del secolo scorso la Sapienza ha scavato il palazzo del sovranomeroitico

Natakamani (I secolo d.C.) al Jebel Barkal, dove, ai piedi dellamontagna che domina la sponda

del Nilo, si trovava un complesso regale, costituito da palazzi e templi. Gli interventi di Nata-

Foto 13 / coni funerari con il nome e i titoli di Sheshonq “Grande attendente della Divi-

na Adoratrice” / Terracotta / Tebe, XXVI dinastia (656-525 a.C.) / © Francesca Pontani

Foto 14 / giara miniaturistica con decorazione dipinta in rosso violaceo su fondo

bianco raffigurante due barche e due cespugli a forma di ventaglio / Tamit, necropoli

Protodinastica (3000-2700 a.C.) / © Francesca Pontani