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ro potuto razziare ciò che desideravano in Britannia. Lo scontro avvenne nella località di

Watling Street (non si conosce l’esatta ubicazione e gli storici hanno diverse opinioni su

dove possa essersi svolta la battaglia), iniziando i soldati Romani a lanciare le pesanti lance

per poi dirigersi sui Britanni con una formazione a cuneo, aiutati dalla cavalleria, che faceva

in modo da sfondare le linee nemiche in quei punti dove maggiore era l’opposizione. I ri-

voltosi necessitavano di un certo spazio (circa un metro) per poter utilizzare validamente le

lance e le spade, mentre i Romani facevano uso di corte spade mantenendo serrate le loro

fila. Pertanto questi ultimi sfruttarono benissimo il poco spazio che avevano a disposizione,

trucidando in un primo tempo i Britanni in battaglia e in un secondo momento le loro fa-

miglie. In quel giorno perirono ottantamila Britanni e quattrocento soldati Romani. La som-

mossa era oramai giunta alla sua conclusione! Budicca non trovò la morte in combatti-

mento, ma le carneficine di Colchester, Londra e St. Albans avevano compromesso il suo

futuro. Inoltre ella non avrebbe voluto consegnarsi al nemico neanche se fosse stata per-

donata. Raggiunse la casa paterna e si suicidò con il veleno. Non si sa bene cosa fecero le

figlie, ma è molto probabile che anch’esse si tolsero la vita. Parecchi Iceni, che non perirono

in battaglia, vennero ridotti in schiavitù. Il governatore Svetonio Paolino desiderava annien-

tare completamente questo popolo e per tale motivo venne sostituito. I Romani, da allora,

portarono avanti una politica basata sulla ricostruzione, l’armonia e la concordia, che pre-

vedeva la riattivazione del dialogo con l’élite Britannica, indispensabile per conservare il

possesso dell’isola.

Lo storico Cassio Dione Cocceiano ci fornisce una descrizione piuttosto dettagliata di

Budicca: «Era una donna molto alta e dall'aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la

voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all'abbiglia-

mento, indossava invariabilmente una collana d'oro e una tunica variopinta. Il tutto era

ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta

una lancia che contribuiva a suscitare terrore in chiunque la guardasse». In epoca medie–

vale della regina Budicca venne perso il ricordo, infatti non è citata in nessuna fonte. Riap-

pare successivamente nel XVI secolo, dopo che ritornarono in auge le opere di Tacito e di

Cassio Dione Cocceiano, anche se in un primo momento si credette che la «Voadicea»

tacitina e la «Bunduica» dionea fossero due donne differenti. Nel XVII secolo la sua vita fu

fonte d’ispirazione per alcuni scrittori. La sua rinomanza arrivò al culmine durante l'età

vittoriana, quando giunse ad essere un'eroina ed un fondamentale elemento culturale

dell’Inghilterra. La scrittrice inglese Manda Scott ha pubblicato una serie di romanzi storici,

che hanno come protagonista Budicca. Sulla regina degli Iceni è stato dato alle stampe nel

2006 anche il romanzo «La dea della guerra» di Marion Zimmer Bradley e Diana L. Paxson.

Un nuovo romanzo storico su Budicca è stato scritto nel 2011, intitolato «Il vessillo di por-

pora», di Massimiliano Colombo. Numerose canzoni, film e serie televisive hanno tratto

ispirazione dalla sua vita. Portando un esempio, la

cantautrice Roisin Murphy ha voluto intitolare una

canzone «Boadicea». Allo stesso modo si è com-

portata Enya, nell'album «The Celts».

Giampiero

Lovelli

Storico, studioso di Storia antica ed alto-

medievale da numerosi anni. Grazie alle

sue ricerche ha potuto creare una biblio-

teca di notevoli dimensioni. Ha pubblica-

to molteplici articoli su riviste e blog, pro-

seguendo nello studio delle fonti storiche

antiche ed altomedievali...

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Bibliografia

S.J. KOVALIOV,

Storia di Roma

, Pgreco,

Roma 2011

T. MOMMSEN,

Storia di Roma

antica,

Sansoni, Milano 2001

A. SPINOSA,

La grande storia di Roma

,

Mondadori, Milano 2000

A. ZIOLKOWSKI,

Storia di Roma

, Bruno

Mondadori, Milano 2006