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non poté difenderla, non possedendo soldati in numero sufficiente per combattere i rivoltosi. Tacito de-

scrive cosa accadde agli abitanti di Londra: «I Barbari infatti non si davano a catturare prigionieri per poi

venderli, né a far mercato delle prede, ma si avventavano sugli uomini per impiccarli, bruciarli, crocifiggerli,

come se, consapevoli di dover scontare un giorno ciò che avevano fatto, volessero vendicarsi fino a che

erano in tempo» (Annali, XIV, 33). Non si deve pensare però che Budicca capeggiasse un esercito senza al-

cuna regola. La regina era ben attenta che le città occupate venissero dapprima depredate per poi essere

incediate e distrutte. L’argento ricavato veniva utilizzato per proseguire la ribellione. Identica sorte ebbe in

seguito Verulamium (oggi St. Albans). Erano stati trucidati molto probabilmente 70.000 tra Romani e loro

alleati. Il governatore Svetonio Paolino poteva disporre della XIV Legione, dei veterani della XX (di nuovo in

servizio) e di tutti gli uomini in grado di combattere, che egli aveva radunato ed armato.

I Britanni, con cui Paolino si sarebbe scontrato, non differivano dai guerrieri Celti che Cesare aveva combat-

tuto in Gallia. Utilizzavano soprattutto lance e solamente i più facoltosi possedevano armature e spade. I

Britanni preferivano duellare a piedi, impiegando carri leggeri in special modo per condurre dei guerrieri in

una determinata zona del campo di battaglia più che essere adoperati come strumenti utili per guerreg–

giare. Gli stessi portavano in battaglia giganteschi mastini, allevati per scontrarsi con i nemici e per cacciare.

Consuetudine bizzarra dei Britanni era quella di adoperare il guado per colorare di azzurro parte dei loro

corpi prima di iniziare lo scontro bellico, sia per intimorire gli avversari, sia per trarre profitto dalle proprietà

antisettiche della pianta, che era di grande utilità nell’evitare l’infezione delle ferite.

È doveroso ricordare che la Britannia fosse da sempre un importante centro religioso per i galli e gli stessi

Britanni. Per questo motivo il governatore Svetonio Paolino, desiderando affrontare i Britanni in un luogo

favorevole alle sue truppe (molto probabilmente nelle Midlands), distrusse alcuni luoghi ritenuti sacri della

regione, ritenendo che la regina Budicca non sarebbe rimasta spettatrice di tale scempio. Paolino individuò

il luogo della battaglia dopo molti sopralluoghi. Condusse il suo esercito in una gola, che alle spalle aveva un

bosco molto grande e davanti una lieve pendenza del terreno. Pertanto i Britanni non avrebbero potuto mai

accerchiare i Romani e questi non sarebbero potuti fuggire prima di annientare i rivoltosi. Budicca giunse

sul luogo in cui avrebbero combattuto gli eserciti insieme alle due figlie, esortando i Britanni a conquistare

definitivamente la propria libertà. Ella affermò di non essere lì per depredare delle terre, ma per punire i

Romani per l’umiliazione ricevuta nell’essere stata frustata e per le violenze perpetrate ai danni delle sue

figlie. Essendo la regina sacerdotessa, offrì sacrifici alla dea Andraste perché desse la vittoria al suo popolo.

Invece il governatore Svetonio Paolino, parlando ai suoi soldati, enumerò dapprima i supplizi destinati ai

Romani imprigionati e successivamente evidenziò come, una volta sbaragliato il nemico, le truppe avrebbe-

Statua di Budicca (Westminster) / CC BY-SA 3.0 Wikimedia Commons