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primo incendio che distrusse una parte della Biblioteca alessandrina,
probabilmente intorno al 47 a.C., regalò a Cleopatra 200.000 volumi cu-
stoditi ancora presso la biblioteca di Pergamo, in sostituzione di quelli
andati perduti e che i Tolomei, per un certo periodo, posero delle condi-
zioni poco gradite agli studiosi del Tempio delle Muse di Alessandria, al
punto che alcuni di essi decisero di migrare verso Pergamo, accolti con
entusiasmo nella sempre più prestigiosa Biblioteca.
T
ra i letterati che frequentarono gli ambienti culturali pergameni possia-
mo citare Antigono di Caristo, scrittore e scultore greco, che potrebbe
essere l’Antigono citato da Plinio nella sua
Naturalis Historia
, il quale, sem-
pre secondo Plinio, partecipò alla realizzazione del Donario di Attalo, che
celebrava la vittoria di quest’ultimo sui Galati, le cui statue conosciamo
grazie a copie romane in marmo, note come “
Il Galata Morente
” e “
Il Ga-
lata Suicida
”, custodite rispettivamente nei Musei Capitolini e presso Pa-
lazzo Altemps di Roma. Cratete di Mallo, grammatico e filosofo, fu un
altro personaggio di spicco della cultura pergamena che nel 168 a.C. At-
talo II inviò a Roma come ambasciatore, dove insegnò con successo a un
folto gruppo di letterati romani. La Biblioteca inoltre non era esclusiva-
mente un luogo deputato alla conservazione e consultazione dei libri,
facilitata tra l’altro da cataloghi aggiornati e funzionali, ma anche un vero
e proprio museo, arricchito da opere d’arte sia coeve che provenienti da
epoche precedenti. Gli Attalidi furono infatti collezionisti raffinati che non
esitarono a spendere ingenti somme per arricchire la loro corte, inviando
non di rado propri rappresentanti presso altre città per provvedere
all’acquisto di opere
.
Il metodo di acquisizione e conservazione delle opere d’arte non era di
tipo scientifico, ma puramente estetico, funzionale al desiderio di questi
sovrani di rendere la propria città un luogo magnifico.
Ad esempio Attalo I volle per se il gruppo delle Cariatidi che Bupalo rea-
lizzò per Smirne, mentre il secondo degli Attali offrì un’ingente somma
per avere a Pergamo il Dioniso di Aristide, che era parte del bottino de-
predato a Corinto. Ancora Attalo II volle far eseguire a palazzo una copia
Via Tecta / acropoli di Pergamo / ph Wikimedia Commons