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raonico ed arabo. Ebbe il compito, da parte del Khedive, di progettare il padiglione dell’Egitto per l’Esposizione
Universale di Parigi del 1867: l’Egitto fece una splendida figura ed al Parvis venne conferita la Medaglia d’oro.
Espose inoltre i suoi mobili sia a Vienna ed infine nuovamente a Parigi. Nelle biografie che trattano del Parvis
non viene praticamente mai menzionato il sarcofago, ma è probabile che gli venne donato dal Khedive in se-
gno di riconoscenza della fama acquisita dall’Egitto a livello internazionale grazie alla ditta “G. Parvis - Cairo”.
Nei suoi mobili ha utilizzato le Moucharabieh, una specie di grata formata da piccoli fusi in legno uniti fra loro
che gli arabi utilizzano per le finestre delle loro abitazioni per occultarne l’interno: ha utilizzato quei motivi
geometrici composti con piccoli fondi di legno incassati e rilegati da cornici con infinita varietà di disegni. Que-
sti manufatti servivano come battenti di porte, decorazioni nelle moschee e costituiscono una delle curiosità
più spiccate dell’arte araba da ebanista. Ha sviluppato la tecnica del mosaico fatto con madreperla, avorio,
ebano, legno di Campeggio e di altre qualità distinte; si è servito di nicchie a stalattite per comporre diversi
generi di mobilio che ha reso eleganti copiando motivi di colonne antiche che sostengono archi ed archetti
a svariate forme. Fece ritorno a Torino nel 1900, dove conobbe Ernesto Schiaparelli diventandone amico. A
Torino ricevette l’onorificenza dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, per la sua attività nella terra dei faraoni.
Dei suoi numerosi figli uno collaborò con lo Schiaparelli ne-
gli scavi di Eliopoli del 1904: si tratta con ogni probabilità di
Tullio Tiburzio, nato al Cairo intorno al 1870.
Si laureò a Torino in ingegneria civile, rientrando poco dopo
nella capitale egiziana nella quale aprì uno studio ed effet-
tuò, su incarico del governo italiano, alcune opere impor-
tanti. Inoltre costruì un grande albergo sul Nilo, dotato di
ben trecento camere. Il sarcofago Parvis non è però un caso
isolato: nel cimitero di Vippaco, in Slovenia, due sarcofagi
anch’essi dell’Antico Regno furono qui portati nel 1845 dal
Console generale dell’Austria in Egitto, Anton Ritten von
Laurin
10
, ed utilizzati come sepoltura per i suoi genitori.
Bibliografia
L’altra Torino
,
Torino 2002
Attraverso l’Egittologia
, scritti di Silvio Curto, 2001
Ernesto Schiaparelli e la Tomba di Kha
,
a cura di Beppe Moiso, 2008
I sarcofagi egizi dalle origine alla fine dell’Antico Regno
,
Anna Maria Donadoni Roveri, 1969
Egitto
, Manfredo Cagni, 1867
10 Succedette in questo incarico al mantovano Giuseppe Acerbi che donò alla propria città una collezione egizia,
oggi ammirabile nel Palazzo Te.
Alessandro
Rolle
Nato a Torino nel 1969, da una quindicina
di anni si interessa attivamente di Antico
Egitto, compiendo numerosi viaggi di
studio nella terra dei faraoni. Appassio-
nato della scrittura geroglifica, ha pubbli-
cato con Luca Peis il libro: “Peremheru. Il
Libro dei Morti nell’Antico Egitto”. Edizioni
LiberFaber. E’ stato membro del consiglio
direttivo ACME...
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