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Note: 1 La stele di Wahka I perven-
ne al Museo Egizio di Torino con la
Collezione Drovetti nel 1824, senza
alcuna notizia sulla sua originaria
ubicazione. Successivamente, nel
1905-1906, Ernesto Schiaparel-
li effettuò degli scavi nella località
di Gau el Kebir e portò alla luce le
tombe grandiose di tre nomarchi
che all’inizio del Medio Regno ave-
vano governato nella regione. Tali
personaggi erano Wahka I, Ibu, e
Wahka II. Fra i reperti di maggior
spicco prelevati dallo Schiaparelli
e portati al Museo Egizio di Tori-
no si annoverano un magnifico
sarcofago in calcare cristallino ap-
partenente a Ibu e una statua di
grandezza di poco maggiore del
naturale di Wahka I.
Con gli apporti di Gau el Kebir ve-
niva così precisata la provenienza
della stele di Wahka I, altrimenti
non conosciuta. In tal modo, dopo
più di ottant’anni, si ricongiunsero
nel Museo torinese due reperti
appartenenti al medesimo com-
plesso che in tempi moderni erano
stati separati da vicende storiche.
Tale sorte si ebbe anche in altre
due situazioni. La prima di queste
vide il ricongiungimento dei reperti
della tomba dell’architetto Kha alla
stele pervenuta al Museo con la
Drovettiana; con la seconda si ri-
trovarono la stele del pittore Maia
e di sua moglie Tamit con le pittu-
re tolte dallo Schiaparelli dalla loro
cappella, ubicata anch’essa, come
la tomba di Kha, nella necropoli di
Deir el Medina.
Franco
Brussino
Torinese, da oltre trent’anni si interessa
attivamente di Antico Egitto, approfon-
dendo questa sua passione con numero-
si viaggi di studio. È diplomato in lingua
egiziana antica presso la Khéops égypto-
logie di Parigi ed ha collaborato alla ste-
sura di diverse pubblicazioni egittologi-
che con la traduzione originale di testi
egizi. Ha redatto lo studio “Alle origini
della letteratura egizia”...
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