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sono stati individuati in altri scavi d’emergenza datati a par-

tire dagli anni ‘80 del secolo scorso che riguardavano la

zona a meridione del monte S. Angelo, lungo la via S. Maria,

che hanno messo in luce 18 ambienti riconducibili a più

case separate da assi viari con andamento N-S e larghezza

di m.3 ca. identificabili come stenopoi. Lo scavo stratigrafi-

co ha permesso di datare la frequentazione delle abitazioni

in un arco cronologico che va dal III al I sec. a.C., (Fig. 5) e ad

alcuni ambienti, sicuramente riconducibili ad un primo

impianto urbanistico che assecondano l’andamento del

monte, si associano materiali che si datano nel pieno III sec.

a.C.. Nel più ampio scenario della Sicilia ellenistica l’impianto

di Finziade è solo un piccolo esempio tra più ben noti e

poco studiati casi che riguardano invece gli impianti urba‑

nistici di città come Solunto

12

o Tindari

13

disposte, non più

assecondando il terreno, ma creando dei veri e propri ter-

razzamenti artificiali sbancando il banco roccioso. Delle 7

case scavate solo tre conservano una planimetria leggibile,

delle altre si può solo ipotizzare la forma originaria che tut-

tavia non sembra discostare. Si tratta di case con una pianta

quadrangolare di circa 200 m2 con gli ambienti disposti su

un cortile centrale con cisterna per la raccolta dell’acqua

piovana. I tre vani posti a nord del cortile sono i meglio con-

servati poiché scavati direttamente nel banco roccioso e

quindi meno soggetti al deterioramento. Generalmente

sono gli ambienti più riccamente decorati adibiti a sale di

rappresentanza, mentre gli ambienti a sud si considerano ragionevol-

mente come ambienti di servizio. Lo spazio interno mostra, oltre alla

sala da banchetto con gli incassi alle pareti per i triclini, un sacello

domestico con altare in crudo per i culti domestici (Fig. 6), e infine una

camera da letto con piccolo bagno annesso (Fig. 7). Spesso accanto al

bagno vi erano le cucine, così da poter sfruttare gli stessi scarichi. La

successione degli ambienti così descritta si riscontra in quasi tutte le

12 E. C. PORTALE, Problemi dell’archeologia della Sicilia ellenistico-romana: il caso di Solunto. ArchCl 57, pp.49-114.

13 LA TORRE 2006; G. F. LA TORRE, Il processo di “romanizzazione”della Sicilia: il caso di Tindari. “Sicilia Antiqua”, 1.2004, pp.116-146.

Fig.8 / veduta della Casa 1 dall’alto e disposizione degli ambienti.

Licata (AG) / fonte

G.F.LA

TORRE, Urbanistica e architettura ellenistica a

Tindari, Eraclea Minoa e Finziade, nuovi dati e prospettive di ricerca, in

M.OSANNA-M.TORELLI (a cura di), Sicilia ellenistica, consuetudo italica. Alle

origini dell’architettura ellenistica d’Occidente. Atti del Convegno (Spoleto

2004), Biblioteca di “Sicilia Antiqua”, I, Roma 2006, pp.83-95.

Fig.9 / Messa in opera di alcuni ambienti. Licata (AG) / ph

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