

tempera, situ ate s ui versanti rocci osi delle
colline t ebane. La m aggior pa rte di quelle
pervenutaci son o di epoc a ra messide es -
sendo consuetudine degli operai occupare e
riadattare tombe più antiche. La loro pianta
è notevolmente differente da
quella t ebana c lassica. Nella
sponda occidentale del Nilo, a
Tebe, sono state riportate alla
luce una notevole quantità di
sepolture, perlopiù databili tra
la XVIII e la XXII dinastia non
mancandone c omunque una
piccola q uantità r isalenti a d
epoche p recedenti. T utte le
tombe te bane sono rupestri
con una str uttura pressoché
identica l’una all’altra.
Nel disegno
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è evidenziata la
tomba tipo, che in t aluni casi
poteva comun que s ubire va -
riazioni: un cortile a perto di
forma rettangolare, con le pa-
reti in pietra o mattoni, è rica-
vato nella roccia. L’ingresso al
monumento, situato sempre
ad oriente, è posto in un muro
di c inta co struito din anzi a l
cortile ap erto. S ul la to occi-
dentale del cortile si trova l’in-
gresso a lla tom ba vera e
propria. Si può dire che questa
struttura architettonica rap-
presenti il per corso che il de-
funto compiva da orie nte,
luogo della vita, ad occidente,
luogo della morte. Ai lati dell’ingresso spesso
troviamo delle stele nelle quali il defunto è in
atteggiamento da orante oppure ha dinanzi a
sé il banchetto funerario. Chiudeva il monu -
mento funebre una piccola piramide in mat -
toni er etta sop ra le camere funera rie.
Purtroppo b uona parte di qu este pi ramidi
sommitali s ono an date perdute; per cono -
scerne l’aspetto esatto ci vengono in soccorso
le pitture t ombali che le r iportano fede l-
mente. Superato il cortile aperto si accedeva
alla sala trasversale nella quale i parenti del
defunto si intrattenevano in occasione del le
feste ed i cui testi geroglifici, spesso ancora
leggibili, costituiscono invocazioni ai viventi.
Lasciata questa sala, che può essere conside-
rata come il salotto presente in una casa pri-
vata, e percorso un corridoio, si entrava nel
luogo di culto, la c appella,
contenente le statue del de-
funto. Da ques ta s ala si
giungeva, attraverso una ri-
pida rampa, alla stanza del
sarcofago, l’unica n on più
accessibile dopo la depo si-
zione del feretro. Gen eral-
mente la camera funeraria è
priva di decorazioni, salvo
poche eccezioni come nelle
tombe di Dei r el -Medina e
nella t omba di Sen nefer
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(TT96). Tornando in superfi-
cie la “ sala trasversale” era
decorata da scene di vita la-
vorativa, di vita agreste, di
caccia, pesca e da momenti
di divertimento: insomma di
vari aspetti della vita quoti-
diana de l defunto. Per le
personalità di spicco presso
la corte reale, ad esempio
un visir, erano raffigurate le
attività pr incipali, come il
trasporto di una statua re-
gale o l’organizzazione di un
viaggio fl uviale. E ’ an che
grazie allo studio di queste
pitture che la nostra cono-
scenza della vita quotidiana
degli antichi egizi è così ap-
profondita. Nella successiva sala lunga sono
state trovate scene inerenti importanti mo -
menti del funerale: la sepoltura, il giudizio del
tribunale osiriaco, il rituale dell’apertura della
bocca ed il pellegrinaggio ad Ab ido. Nell’ul-
tima sa la accessibile a i parenti, la c appella,
venivano dipinte immagini con il defunto o
seduto davanti alla tavola imbandita, in ge -
nere in compagnia dei suoi familiari, oppure
in attesa di ricevere offerte.
Sulle porte interne dell’ipogeo il proprietario
della t omba è r itratto da un la to men tre
entra, da ll’altro mentre esce dal sepolcro:
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speciale deir el-medina
15 “Vita e morte nell’antico Egitto”, Hodel-Hoenes, pg. 16.
16 Sennefer fu sindaco di Tebe ai tempi di Amenhotep II.
3. Pianta tipica tomba tebana