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scatenatisi nei decenni successivi la caduta del

“muro”; l’immagine del paese nel mondo è poi for-

temente in fluenzata dal fenomeno dell’emigra-

zione, fattosi massiccio soprattutto a partire dagli

anni novanta. Tuttavia, nell’ultimo decennio si è

avviato un veloce processo di trasformazione: Ti-

rana è diventata una capitale vivace e cosmopolita

mentre la campagna presenta un patrimonio pae-

saggistico e culturale incontaminato in cui la com-

ponente archeologica gioca un ruolo importante.

2. Sulla scia di Apollo: i Greci in Epiro

Gli autori antichi riferiscono i nomi di molte comu-

nità illiriche stanziate nella moderna Albania: tra i

più significativi i Tesproti, i Càoni, i Taulanti, i Par-

tini, gli Amantini e i Labeati. Non è a ffatto facile

compilare una “carta geografica” dell’età del Ferro

perché, guerre ed eventi politici indussero a fre-

quenti mutamenti dei confini e alcune comunità fi-

nirono per essere assorbite da quelle vicine e più

potenti.

In linea generale, si può dire che l’entroterra mon-

tagnoso fu a lungo il dominio incontrastato delle

fiere tribù illiriche, mentre la costa fu visitata a più

riprese da genti giunte spesso da terre lontane,

alla ricerca di risorse agricole e minerarie o, più

semplicemente, per esercitare il commercio.

L’ubertosità delle terre non sfuggì ai coloni corinzi

stanziati sull’isola di Corfù che, nel 627 a.C., fonda-

rono una prima colonia ad Epidamno/Durazzo.

Le f onti antiche lasciano intendere che quello

greco non fu il primo insediamento in assoluto. Se-

condo la tradizione riferita dallo storico greco Ap-

piano, i l nome Ep idamno a ppartenne a un re

vissuto in un’epoca molto remota che aveva fon-

dato un primo villaggio situato su un’altura. Il gio-

vane Durazzo (gr. Dyrrachion), nato dall’unione tra

sua f iglia e Poseidone, sa rebbe s tato il primo a

scendere sulla costa per promuovere la costru-

zione di un porto che ebbe il suo nome.

Appiano, che raccolse informazioni di prima mano

dalla gente del posto, aggiunge che i locali tene-

vano anche in grande considerazione Ercole per il

fatto che aveva aiutato Durazzo a liberarsi dei fra-

telli che gli avevano mosso guerra. Durante la bat-

taglia però, per un fatale errore, Ercole uccise il

fratello del re, Ionio, il cui corpo fu pietosamente

deposto in una bara e sepolto nel mare che prese

il suo nome.

In questa ricostruzione storica ammantata di leg-

genda, si afferma che in seguito la città passò in

mano alle tribù illiriche dei Brigi, dei Taulanti e dei

Liburni; l’arrivo dei Greci di Corfù viene ricordata

in un periodo ancora successivo, sfruttando i con-

flitti apertisi tra le tribù locali.

Se diamo credito alla cronologia fornita dallo sto-

rico, risulta che gli eventi mitici legati alle figure

di Durazzo e Epidamno sono ambientati nella

prima età del Ferro, se non addirittura sul finire

dell’età del Bronzo.

In ogni caso, l’arrivo dei Greci trasformò radical-

mente lo stile di vita e il peso politico dell’antico

porto illirico. Anche lo skyline della baia dovette

mutare con l’erezione di una potente cinta di

mura, di un moderno porto, di quartieri di abita-

zione e di molteplici santuari. Purtroppo i quartieri

della città moderna (che con i sui 250.000 abitanti

è la seconda città dell’Albania) hanno cancellato

molte testimonianze archeologiche. Le fonti anti-

che e i ritrovamenti avvenuti fortuitamente il se-

colo scorso ci offrono però un riflesso dall’antica

opulenza.

Nel 516 a. C., a nno della sessantaseiesima Ol im-

piade, Cleostene di Durazzo vinse le corse con i

carri; per celebrare l’evento, commissionò niente

meno che ad Agelada di Argo (il maestro di Fidia,

Mirone e Po licleto) un gruppo scultoreo rappre-

sentante sé stesso e il suo auriga su un carro trai-

nato da quattro cavalli (Phoinix, Korax, Knanias,

Samos). Negli stessi anni la città coniò degli stateri

dal peso di 10,4/11 grammi (corrispondenti a quat-

tro dracme), riportanti sul recto una mucca che

nutre una gi ovenca e s ul verso una f igura qua-

drangolare con alcuni ornamenti, forse una sche-

matizzazione dei giardini di Alcinoo, la cui reggia

veniva ubicata sull’isola di Corfù (un chiaro segno

dell’orgoglio dei coloni per le proprie origini).

Le testimonianze di età greca venute in l uce i n

città sono in buona parte raccolte nel Museo Ar-

cheologico di Durazzo, riaperto nel 2002 con un

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speciale albania