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speciale albania

ALBANIA: NELLA TERRA DEGLI ANTICHI ILLIRI

1. Un ponte tra oriente ed occidente

La nazione albanese ha una storia relativamente recente; benché ideologie e movimenti indipendentisti

fossero già fioriti nell’Ottocento, la sua data di nascita si fissa al 28 novembre 1912, al termine della Prima

Guerra Balcanica che comportò l’affrancamento della regione dalla potenza ottomana.

La più antica attestazione del nome Albania si ritrova, tuttavia, già in un documento storico redatto dello

storico bizantino Michele Attaliate attorno al X sec. a.C. Per quanto concerne il periodo precedente, le

fonti scritte tacciono ed è, pertanto, opportuno cercare un riscontro tramite l’archeologia. Nell’età del

Ferro il territorio montuoso dell’Albania era occupato da tribù di etnia illirica, mentre il litorale marittimo

e il suo entroterra erano stati oggetto di una progressiva e lenta colonizzazione da parte dai Greci.

Secondo gran parte degli archeologi, i progenitori degli attuali albanesi andrebbero cercati proprio nelle

antichissime tribù illiriche che da tempo immemorabile popolavano la regione. Non vi è poi dubbio che

la particolare posizione geografica dell’Albania, situata a cavallo tra oriente e occidente e tra area di lin-

gua latina e area di lingua greca, influenzò in modo determinante la storia del paese. Due grandi scontri

come la guerra tra Cesare e Pompeo e quella tra Ottaviano, Antonio e Cleopatra si svolsero, non a caso,

nello specchio di mare prossimo all’attuale costa albanese.

Lo storico alessandrino Appiano (II sec d.C.) descrive con dovizia di particolari lo sbarco di Cesare e dei

suoi fedeli veterani presso la baia di Peleste, nonché le concitate marce forzate sulle montagne Acroce-

raunie, durante la notte, nel tentativo di prendere di sorpresaPompeo asserragliato presso Durazzo. La

resa dei conti avvenne a Farsàlo in Macedonia, dove Pompeo fu sconfitto, e con lui l’ampio stuolo di ari-

stocratici e principi orientali – per lo più clientes – che si erano uniti alla sua fazione.

La battaglia di Azio tra Ottaviano e Marco Antonio si svolse cento chilometri più a sud dell’attuale confine

greco-albanese, ma questo poco conta, perché tale diaframma nell’antichità non esisteva. Lavittoria su

Pompeo e Cleopatra fu presentata a Roma come una vittoria della cultura romana insidiata dalla teocra-

zia egiziana dei Tolomei.

Gli esiti di tali scontri ebbero riflessi radicali sul mondo antico e molti studiosi sono convinti che se i ri-

sultati fossero stati differenti, anche il mondo in cui viviamo non sarebbe il medesimo.

In seguito, l’Albania fu teatro delle migrazioni gote e slave, e si trovò nuovamente centro dell’attenzione

nel Medioevo durante le fasi concitate della caduta di Costantinopoli in mano mussulmana (1453). Giorgio

Castriota Skanderbeg – il più importante eroe nazionale albanese – è ricordato per essersi opposto al-

l’avanzata verso occidente della Sublime Porta. Il suo nome viene spesso posto a fianco di quello degli

Hunyadi d’Ungheria e dei principi valacchi (i campioni della difesa della cristianità), e gli albanesi sono

convinti che il ruolo giocato da questo condottiero sia ingiustamente sottovalutato dall’opinione pubblica

occidentale.

Oggi l’Albania evoca a molti laspietata dittatura comunista legata alla figura di Hoxha, e i conflitti sociali

albania:

nellaterra degli

antichi

illiri

di Sandro Caranzano